Nostalgia e ricordi

Tanto tempo fa i ricordi raccolti dalla bocca di coloro che narravano le loro personali esperienze, venivano tramandati oralmente nelle lunghe serate invernali al calore della stalla o seduti attorno al tavolo sorseggiando un buon bicchiere di vino. Gli anziani raccontavano storie di famiglia o di paese, le loro gesta di ragazzi, del militare, del lavoro, delle feste tramandandoli di generazione in generazione.

Per millenni il ruolo dell’anziano fu basilare nel tramandare oralmente ciò che non si poteva o non si sapeva conservare o scrivere. Ai giorni nostri rincorriamo tante cose ma difficilmente raccontiamo ai figli i nostri ricordi perché lasciamo il compito a oggetti e immagini conservati in qualche angolo della casa.

Ognuno di noi ha idealmente un cassetto pieno di ricordi, belli ed anche tristi, dove le foto di gioventù , di famiglia, lettere ricevute o scritte, ricordi di amici con cui sono state divise ore belle ci dicono che la vita vissuta non è stata dimenticata. È pur vero che non si vive di soli ricordi. Ma non si può rinunciare a uno stato dell’animo che ci restituisce persone, luoghi, profumi, e ci distacca dall’ansia frenetica dell’oggi. La nostalgia non è rimpianto. È un’emozione che aiuta a non sprecare il piacere dei ricordi. Ma io, a dire il vero i ricordi non li ho solo in un cassetto, ma li ho anche e soprattutto nel cuore, e li sento, li vedo e li vivo oggi come li ho vissuti ieri.

Come si fa a tenere in un cassetto la vita di gioventù, con gli amici di scuola e di giochi, come si possono chiudere i ricordi dei giri in bicicletta quando si andava festanti nei paesi vicini. I ricordi si conservano con immagini, foto che ti fanno sorridere o piangere, ma racchiusi nel cuore puoi vederli e sentirli quando vuoi, sempre con te, e non ti lasciano e lasceranno mai. Il ricordo del matrimonio, si ci sono foto, amici festanti, gioia intorno a te, ma le emozioni? Le ho solo io strette nel cuore.

Si dice che la nostalgia è prerogativa degli anziani, e io lo sono, ma penso che a qualsiasi età si possa godere del piacere della nostalgia senza essere definito retrò o nostalgico. È bello pensare al passato vedendo le immagini rileggendo alcune lettere scritte dalle persone care. Si sorride, a volte si soffre e ci si rattrista.
Io mi emoziono vedendo le ingiallite foto del mio paese negli anni cinquanta del secolo scorso, ed altre foto che mostrano la gioventù, mi emoziono, vedendo le foto dei miei compagni di classe, o quella degli amici con i quali si discuteva, si scherzava e qualche volta litigava. Ritorno indietro con il pensiero, vedo, commento , ma poi rimangono solo le foto.

Ecco perché posso tornare sempre indietro, posso ridere e piangere, perché le emozioni non si vedono, si tengono chiuse nel cuore e la chiave del mio cuore c’è l’ho solo io. E, così tornando indietro nel tempo vedendo le foto metto la mano sul cuore e lo sento battere. Sono le emozioni di un tempo passato, sono i ricordi e mi viene da ridere e piangere.

Eppure il vivere sempre e solo nel ricordo, non è e non può essere classificato come l’equivalente della nostalgia. Con questo sentimento, infatti, scendono in campo, arrivando nella testa e nel cuore, la memoria e il piacere di ricordare persone, luoghi, atmosfere, profumi, sensazioni. Pezzi piccoli e grandi della nostra vita. Percorsi fatti e da fare. Ricami del vissuto quotidiano. A quel punto la nostalgia, con il suo bagaglio di ricordi, ci accompagna, prendendoci per mano, nel presente ancorato alla memoria del passato e negli slanci verso i sogni e i desideri vitali del futuro. Diventa un attrezzo in quel cassetto che migliora i nostri stili di vita, e la nostra rincorsa verso la serenità, lo stare bene dentro prima che fuori.

Gianni Cordola

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