Negli anni anni dal 1953 al 58 frequentavo la scuola elementare di Condove ed ogni anno si celebrava la festa degli alberi. Una festa antica che dopo anni di altalena tra celebrazione e declino una circolare del Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste del 1951 formalizzava e ripristinava stabilendo altresì che si dovesse svolgere il 21 novembre di ogni anno, con possibilità di differire tale data al 21 marzo nei comuni di alta montagna. La nuova normativa fu emanata dall’allora ministro Amintore Fanfani che così dichiarava: ”Assicuro tutti che condivido le preoccupazioni per la situazione economica e sociale, prima ancora che idrologica e forestale della montagna italiana. Ma purtroppo, ancora la nostra nazione non ha abbastanza coscienza di ciò; bisogna svegliarla, bisogna educarla. Perciò ho disposto, in accordo ai ministeri interessati, che il 21 novembre di quest’anno si riprenda la vecchia «festa degli alberi». Sono già state date tutte le debite disposizioni a prefetti, a sindaci, a provveditori agli studi, a camere di commercio, a ispettorati agrari e forestali, affinché, mercoledì 21 novembre, in tutti i comuni; in ogni località dove è una scuola, si celebri la festa portando alunni e popolazioni in appositi luoghi e impiantare tenere pianticelle. Sarà questa una occasione per avvicinare la scuola all’agricoltura, i fanciulli agli alberi, la nazione al problema forestale. I tecnici con appositi premi saranno sollecitati a stimolare in adatte pubblicazioni l’amore della nazione e delle giovani generazioni per gli alberi. Appositi giornali rurali, cartelli alle scolaresche, manifesti alle popolazioni, apposito francobollo ai filatelici segnaleranno l’importanza della manifestazione. Questi cenni dicono con quali cure e con quali speranze il Ministero dell’agricoltura ha ripreso la festa degli alberi”.
La celebrazione della Festa degli alberi era come una vera e propria festa del paese a cui partecipavamo noi bambini delle scuole elementari, gli insegnanti, i forestali, le autorità comunali ed ecclesiastiche, la banda musicale, nonché l’intera popolazione riunita. Già nelle giornate precedenti la festa i maestri ci preparavano all’avvenimento leggendo poesie e racconti aventi per tema l’albero imparando che gli alberi non sono utili soltanto per ripararci dal sole in estate o per fare oggetti e altre cose, ma anche a fermare qualche valanga che scende dalla montagna.
La festa veniva celebrata soprattutto nella scuola dove noi alunni esonerati da qualche ora di lezione, accompagnati dai nostri maestri, andavamo in corteo dalla scuola situata nella piazza Martiri della Libertà fino in Via Conte Verde sulle prime pendici dell’altura chiamata “La Mura” a mettere a dimora delle piantine di alberi forniteci dalla Forestale. Si cercava così di insegnare alle giovani generazioni quanto era importante il bosco.
Tutti erano coinvolti nei festeggiamenti che iniziavano con i discorsi ufficiali del sindaco e delle autorità scolastiche e terminavano con bicchierate per gli adulti, dopo il momento clou della festa rappresentato dalla messa a dimora delle piantine, provenienti dai vivai regionali, per opera dei giovani alunni che venivano accompagnati dagli agenti forestali dove erano state precedentemente predisposte buche scavate nel terreno pronte per la piantumazione. La consegna dei nuovi piccoli alberi alla terra era, quindi, benedetta dal parroco ed accolta festosamente dalla banda musicale.
La celebrazione si è svolta con regolarità e con rilevanza nazionale fino agli anni 70, successivamente è stata delegata alle Regioni che gestiscono localmente, con maggiore o minore efficacia, le varie iniziative ispirate a questo filo conduttore. Le Poste italiane hanno emesso due francobolli del valore di L. 10 e L. 25 nel novembre del 1951.
Gianni Cordola