Laietto nel tempo che fu

Oggi ho tempo,

tempo per il mio fare e il mio pensare.

Abbraccio il passato col ricordo

per entrare nel tempo che fu.

Curiosa creatura il passato,

c’è rimpianto e nostalgia

pensando a giorni che non sono più.

Mille sensazioni pervadono l’anima

e passo dopo passo vedo emergere dal buio

di un lontano passato la vita di un tempo a Laietto.

Immagini di uomini dediti al lavoro dei campi.

Vedo alzarsi all’alba preparare gli attrezzi

ed avviarsi silenziosi verso la campagna.

Attorno unico compagno il silenzio,

rotto dai deliziosi gorgheggi degli uccelli,

dal frinire dei grilli e dal ronzio dei mosconi.

Ogni tanto anche il fischio del vento tra i rami

e lo stormire delle foglie si fa sentire.

Il tramonto li vede tornare a casa,

con passo lento e pesante,

senza un lamento, senza un parlare.

Ritrovarsi nella piazza della Chiesa

era la loro vita sociale.

Vedo la grande croce nella piazza poi distrutta

forse per voler cancellare l’antico simulacro

di una povertà vissuta con fede e fierezza.

Vedo l’osteria di Gildo e i suoi allegri canti

gustando un buon bicchiere di vino.

Un vivere semplice ma pieno di speranza

per un mai visto futuro migliore.

Vedo i campi pieni di segale, i verdi pascoli,

i ruscelli, l’ombra fresca e scura degli alberi,

il profumo del fieno maturo appena tagliato,

ricordi di una vita amara senza scampo.

Le mani ruvide dei nonni accarezzavano noi bimbi,

amore e speranza nel futuro in quei gesti.

Nostri vecchi erano quegli uomini e quelle donne

che pur se amara, per il duro lavoro,

amavano la loro terra, il loro paese.

Era proprio un bel tempo allora.

Ma il tempo corre e va, non si riposa,

nessuno lo ferma e trasforma ogni cosa.

È tardi, lascio cadere il ricordo del passato

e abbraccio il futuro col desiderio.

Che bene… che bene che ti voglio terra mia.

Laietto nel tempo che fu

Gianni Cordola