Condove: dal sindaco al podestà

L’ordinamento comunale fu profondamente trasformato durante i primi anni del regime fascista, con lo scopo di indebolire l’autonomia locale e rafforzare il ruolo centralizzato dello Stato, trasformando il Comune da organo di autogoverno a ente ausiliario dello Stato per la gestione dell’ordinaria amministrazione. Con la promulgazione della legge 4 febbraio 1926, n. 237 (Istituzione del Podestà e della Consulta municipale nei comuni con popolazione non eccedente i 5000 abitanti) gli organi elettivi dei comuni furono soppressi e tutte le funzioni svolte in precedenza dal sindaco, dalla giunta comunale e dal consiglio comunale furono trasferite al podestà, che era nominato dal governo tramite regio decreto. Il podestà rimaneva in carica cinque anni con possibilità di rimozione da parte del prefetto oppure di riconferma.
Fu istituita la consulta municipale, organo consultivo delle amministrazioni comunali. Aveva funzioni esclusivamente consultive, in quanto solo il podestà poteva deliberare. Il podestà doveva avere una solida situazione economica, quale poteva essere quella di professionisti, proprietari fondiari, industriali, in quanto non percepiva, di norma, un compenso.
Oltre al fattore economico, era richiesta possibilmente la giovane età, la mancanza di imperfezioni fisiche, avere contratto matrimonio con rito religioso, aver adempiuto agli obblighi militari (la partecipazione alla Grande Guerra era titolo di merito) e naturalmente l’iscrizione al PNF (Partito nazionale fascista).
La figura del podestà riflette la svolta voluta da Mussolini dopo gli anni dello squadrismo e dei proclami rivoluzionari, con l’obiettivo di fornire un’immagine sociale e politica fortemente rassicurante degli uomini che il Regime metteva a capo dei comuni: volontarietà, benessere fisico ed economico, famiglia, patria, fede nel Fascismo.

Il primo Podestà dell’epoca fascista a Condove fu Valentino Barbiera (già sindaco negli anni precedenti) seguito dal cav. Federico Ferraris dal 1939 al 1943.

Ultimo sindaco e poi Podestà di Mocchie fu Giuseppe Ala. Nel 1932 Podestà di Frassinere era Giacomo Rocci. I comuni di Mocchie e Frassinere vennero poi aggregati a Condove l’8 luglio 1936, con provvedimento pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 23 giugno 1936.

Durante il periodo del podestà i muri delle case posti in posizione strategica, all’ingresso del centro abitato o lungo le vie principali, venivano usati come lavagne per diffondere il verbo del Duce. Era una propaganda capillare, martellante e diffusa in ogni borgo abitato. Si trattava di scritte con una base d’intonaco, su cui venivano verniciati i caratteri con esecuzione manuale a pennello. Caratteri che rispondevano a una tipologia grafica sostanzialmente unica, rappresentata da un carattere tipografico privo di ornamenti, semplice e squadrato. La scelta dei detti fascisti spettava al podestà, previo accordo con il segretario politico.

Il fascio littorio venne affiancato allo stemma comunale e posto sul frontespizio del palazzo comunale di Condove con la scritta “Mussolini ha sempre ragione”. Nel palazzo del dopolavoro aveva sede il Fascio di Combattimento con un grande ritratto del Duce e dedica autografa. Le scritte furono quasi tutte cancellate alla fine del secondo conflitto mondiale, così come altre tracce che richiamavano al fascismo.

In seguito alla Liberazione e alla caduta del fascismo, il sistema elettivo fu restaurato con il Decreto legislativo luogotenenziale 7 gennaio 1946, n. 1 “Ricostituzione delle Amministrazioni comunali su base elettiva”, il sindaco tornò ad essere eletto dal consiglio comunale: quest’ultimo venne infatti ripristinato dal medesimo provvedimento insieme alla giunta comunale

Alcune scritte dell’epoca fascista

Arrivando in paese dalla stazione appariva la prima

LA MIA AMBIZIONE: RENDERE FORTE, GRANDE,

LIBERO IL POPOLO ITALIANO Mussolini

In paese sul muro dell’albergo del Gallo si leggeva:

L’AZIONE FORZA I CANCELLI SUI QUALI STA SCRITTO VIETATO

I PUSILLANIMI SI FERMANO, GLI AUDACI ATTACCANO E ROVESCIANO L’OSTACOLO

Sul fronte del palazzo comunale la scritta

MUSSOLINI HA SEMPRE RAGIONE

Sulla torre civica il fascio littorio

Sul muro perimetrale della Torretta visibile da tutto il paese

MOLTI NEMICI MOLTO ONORE

Gianni Cordola

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