Perché a mezzogiorno suonano le campane

Se ci troviamo in prossimità di un campanile durante l’ora di mezzogiorno, possiamo essere allettati dal vigoroso suono delle sue campane. Nel nostro tempo le campane suonano a mezzogiorno per dare l’annunzio dell’angelus, ma l’usanza ha un’origine molto antica.

L’uso della sonata risale al medioevo e serviva per scandire il lavoro dei campi e per ricordare la preghiera ai contadini. suonava alle 6 la mattina e alle 18 la sera, sempre per richiamare alla preghiera e per indicare l’inizio e la fine della giornata lavorativa. al giorno d’oggi sono poche le chiese a cui è permesso suonarle perché regolamenti vari limitano l’emissione di suoni in determinate ore.

Ma da dove trae origine la consuetudine di suonare le campane a mezzogiorno, entrata ormai a far parte della giornata religiosa? Ci sono due versioni ugualmente reali che fanno riferimento a episodi diversi ma di identica matrice e significano gratitudine per l’intercessione della Vergine Santissima nella vittoria del Cristianesimo sul nemico e celebrazione dell’evento.

La prima versione fa risalire la sonata di mezzogiorno al 7 ottobre 1571. Quella fu la data della Battaglia di Lepanto, in cui vari Stati cristiani, coalizzati nella Lega Santa, sconfissero l’Impero Ottomano.

Nel 1570, infatti, scoppiò la Guerra di Cipro, tra la Repubblica di Venezia e l’Impero Ottomano. L’isola di Cipro era il più grande e importante possedimento della Serenissima, e l’Impero Ottomano, che già aveva privato i veneti di Rodi nel 1522 e di Naxos nel 1566, voleva metterci le mani. Nell’agosto 1570 i turchi misero sotto assedio Famagosta, ultima città cipriota rimasta in mani veneziane. A questo punto il papa Pio V, vista l’impressionate forza militare dei turchi e le terribili atrocità che questi commettevano ai danni dei prigionieri di guerra cristiani, mobilitò i sovrani cristiani in difesa della città e riuscì nel non facile intento di creare la Lega Santa, una coalizione militare.

Le nazioni che risposero all’appello furono la Repubblica di Venezia e la Spagna di Filippo II. Successivamente si aggiunsero i Cavalieri di Malta, la Repubblica di Genova, il Granducato di Toscana, il Ducato d’Urbino, il Ducato di Parma, la Repubblica di Lucca, il Ducato di Ferrara, il Ducato di Mantova ed il Ducato di Savoia.

In un contesto più generale, la creazione della Lega Santa fu un episodio importante della lotta tra potenze europee e Impero turco per il controllo del Mediterraneo. Benché tra Oriente e Occidente gli scambi di persone, merci, denaro e tecniche non cessassero mai e anzi fossero sempre intensi, il crescente espansionismo ottomano in quegli anni preoccupava sempre più i governi dell’occidente mediterraneo: esso minacciava non solo i possedimenti veneziani come Cipro, ma anche gli interessi spagnoli per via della pirateria turca.

Consapevole di questa crescente tensione, papa Pio V ritenne che il momento fosse propizio per coalizzare le forze della cristianità, all’epoca divise. La costituzione effettiva della flotta fu però lunga e laboriosa. Allarmato per il ritardo, Pio V dovette imporre tutta la sua autorità ai principi europei e minacciarli di scomunica se non fossero salpati. Infine, la flotta prese forma e il vessillo, benedetto dal papa, fu consegnato solennemente dal cardinale di Granvelle a don Giovanni d’Austria, nella basilica di Santa Chiara a Napoli il 14 agosto 1571. Intanto la città di Famagosta difesa da Marcantonio Bragadin senatore veneziano comandante la fortezza cadde il 1º agosto 1571, mentre la flotta mandata in suo soccorso era ancora in viaggio.

L’Impero Ottomano disponeva di 272 navi. La Lega Santa allestì una flotta in grado di competere con quella nemica: 109 galee e 6 galeazze veneziane, 30 galee napoletane, 27 genovesi, 14 spagnole, 12 toscane, 10 siciliane, 4 maltesi e 3 savoiarde, per un totale di 215 navi. I turchi erano comandati da Müezzinzade Alì Pascià, mente i cristiani da don Giovanni d’Austria coadiuvato dal doge di Venezia Sebastiano Venier e dall’ammiraglio Marcantonio Colonna.

La battaglia fu sanguinosissima. Nonostante la superiorità numerica i turchi persero 170 navi e 30000 uomini, tra cui lo stesso Müezzinzade Alì Pascià. Fu una vittoria totale dei cristiani: i turchi da allora non avrebbero più avuto una flotta potente quanto quella distrutta a Lepanto, e Venezia riuscì, proprio grazie alla superiorità marittima, a fungere da vero e proprio scudo per l’Europa Occidentale, frenando sempre l’avanzata ottomana.

La battaglia ebbe luogo la domenica del 7 ottobre 1571. Quel giorno, mentre si combatteva nel golfo di Patrasso, presso Lepanto, si narra che a Roma il papa avesse una visione ed esclamasse “sono le 12, suonate le campane, abbiamo vinto a Lepanto per intercessione della Vergine Santissima”. Da quel giorno è così subentrato l’uso di suonare ogni giorno le campane allo scoccare del mezzogiorno e non si è mai persa questa abitudine.

La Lega fu sciolta alla firma del trattato di pace tra Venezia e l’Impero ottomano nel 1573.

Il 7 ottobre ricorre la festa della Madonna del Rosario, istituita nel 1572 per celebrare il primo anniversario della Battaglia di Lepanto, cioè la vittoria dei cristiani sui musulmani. Il papa Pio V attribuì il merito alla Madonna (Vergine di Loreto) e volle esprimere la sua gratitudine istituendo la festa dedicata alla ” Beata Vergine della Vittoria”, ma non poté celebrarla perché moriva il 1° maggio 1572. Il suo successore papa Gregorio XIII mantenne la festa, ma la intitolò alla “Madonna del Rosario” per far probabilmente rivivere quella mobilitazione spirituale che aveva impegnato tutti i credenti nella recita collettiva del Rosario, l’arma più efficace per spingere i cristiani alla vittoria.

La seconda versione fa risalire la sonata delle campane ancora prima della battaglia di Lepanto e precisamente al 6 agosto 1456 data della battaglia di Belgrado sempre contro i Turchi sotto il pontificato di Papa Callisto III.

Durante la battaglia di Belgrado (che al tempo si trovava in Ungheria) il Papa Callisto III ordinò la costruzione di una campana di mezzogiorno per invitare alla preghiera i fedeli cristiani. Il 6 agosto le truppe del condottiero János Hunyadi, incoraggiate dal frate abruzzese Giovanni da Capestrano, sconfissero l’esercito nemico guidato dal sultano Mehmed II . Si decise così di continuare a far suonare le campane a perpetua memoria di quella gloriosa impresa militare. Sempre per celebrare la vittoria, il 6 agosto venne istituita la festa della Trasfigurazione, come a dire che, grazie a quella battaglia, la civiltà europea poteva continuare a splendere.

Il campanile della Chiesa di Laietto (Condove)

Gianni Cordola

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