Il diavolo e il vento della Valsusa

A volte basta un soffio di vento per far tornare alla memoria ricordi che conducono a luoghi e persone. Oggi voglio raccontare una leggenda che circola da tempo immemorabile nella valle di Susa, antica e meravigliosa, resa ancora più magica dallo scorrere del tempo.
È una prerogativa della valle che sia durante l’estate che nel periodo invernale, il vento molesto soffi addosso a tutto e tutti per la maggior parte dell’anno. C’è poi un punto, il colle del Moncenisio, dove il vento non smette mai di soffiare, allargandosi poi per la valle sottostante fino a raggiungere i dintorni di Torino.

Due viandanti giunti al colle da Lanslebourg-Mont-Cenis, furono sorpresi da forti raffiche di vento. “Curioso!” disse uno, “è già la terza volta che passo di qui e sempre vi trovo questo noioso vento che mi porta via il cappello!”. “Si vede che sei forestiero”, rispose l’altro. “Devi sapere che da questa strada, prima ancora che passasse Annibale, Napoleone, e tanti altri, era già disceso, nei tempi antichi, un gran personaggio, il diavolo chiamato “Le grand seigneur“. Camminando, s’incontrò col “Principe del vento“, (colui che ha il potere di soffiare con violenza il terribile vento del diavolo, che passa sibilando nei boschi e nelle valli), col quale proseguì la via.

I due compagni, se così si può dire, camminarono e parlarono a lungo. Giunti a questo passo, il diavolo, picchiandosi in fronte disse: Stavo dimenticando una piccola faccenda che debbo sbrigare in un villaggio poco lontano, è un affare molto delicato, e devo andarci di persona; aspettami un momento che son subito di ritorno”.

Ma, dopo quella piccola faccenda, il diavolo ne trovò delle altre ben più importanti, poi altre e altre ancora in gran numero; trovò insomma cosi buon terreno per i suoi affari che non è più potuto disbrigarsi di là, mentre il vento, fedele alla consegna, si ritrovò a fare avanti e indietro, avanti e indietro, senza alcun risultato, fino ai giorni nostri.

Il vento

Morale della favola: Il diavolo, considerato che nel villaggio si era trovato molto bene, che le sue proposte erano state accettate con entusiasmo, e gli affari che gli si prospettavano con gli umani compari sarebbero stati assai soddisfacenti, non si è più mosso da lì. Il vento, disperato, è rimasto ad aspettarlo, ed è ancora lì, ne sono certo, e la valle di Susa è diventata la valle del vento, a meno che questa maledizione non venga interrotta da qualche sortilegio. E poi c’è chi dice che non bisogna credere nelle favole…

Gianni Cordola

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