Le streghe di Chianocco

La valle di Susa è ricchissima in tradizioni e leggende, ed a volte basta poco per far tornare alla memoria ricordi che conducono alle antiche credenze sparse fra i montanari intorno al misterioso ed infernale potere delle streghe, come pure alle leggende strane che si raccontano ancora in ogni paese a prova del terrore che esse procuravano agli abitanti.

Chianocco è come Foresto molto affine di Mompantero, e stanno ai piedi delle ultime falde del Rocciamelone, minacciate sempre dai torrenti che gli precipitano quasi a picco sul capo sbucando dagli “orridi”. Forse dovrei cominciare dalla Ferrera per parlare di streghe; pare che in tutto il gruppo delle Alpi Graie per quegli orridi spaventosi le streghe abbiano buon vento e radice; tanto la Ferrera che Mompantero hanno i loro “pian delle streghe”, il “paradiso” e molti altri nomi in comune, oltre a molte credenze e storie di streghe.

Orrido di Chianocco

Oggi narro solo due fatti molto raccontati e creduti a Chianocco. Due giovani partiti a tarda sera dalla loro borgata per andare in un’altra a trovare le loro belle nelle stalle, com’era d’uso in inverno, incontrarono lungo il sentiero una giovenca sola con un legaccio al collo; la credettero smarrita o fuggita dalla stalla, benché ne fossero meravigliati non essendo ciò cosa solita. Presero il capo del legaccio e la condussero con loro all’abitato per chiedere di chi fosse. La giovenca li seguì per un po’, passo passo, poi, prima di entrare fra le case, diede uno strappo e scomparve, ne fu mai più vista.

Entrando nella stalla furono stupiti di vedere una loro conoscente, entrata quasi insieme, tutta trafelata e avente al collo quello stesso legaccio della strana giovenca scomparsa. In quanto ai crini delle bestie intrecciate, e il trovare due vacche nella stessa catena è cosa comune a tutti i nostri paesi. In una veglia a un morto, un gattone nero si pigliava il gusto di spegnere il lumicino ponendovi su le zampe: cacciato si ritrovava sempre di nuovo allo stesso punto. Irritato di ciò, uno dei presenti si apposta, e con un falcetto dà un taglio alla zampa che si alzava per smorzare ancora il lume. Il gatto non gridò, e non corse, ma scomparve. Il giorno dopo una donna, già in fama di stregoneria, era a letto con un taglio alla mano identico a quello del gattone nero scomparso.

Ingenui racconti e credenze che sembrano assurde a chi non ha profonda conoscenza del passato, ma anche una preziosa eredità degli avi.

Gianni Cordola

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