Rapporto del comando tedesco sulla situazione nella zona di Condove

Documento tratto dall’appendice del libro “La resistenza nella Valle di Susa” di Maria Borgis, edito dall’A.N.P.I. di Bussoleno nel 1975

(Rapporto rinvenuto dal sig. Bassignana, interprete presso le Officine Moncenisio, dopo la partenza dei tedeschi da Condove).

I/H.K.A.A. 1116

Condove, 7 dicembre 1944

Il paese di Condove è stato occupato per la prima volta dalle truppe tedesche il 31 ottobre 1944, in seguito alla cattura di quattro soldati di questo reparto, avvenuta nel paese stesso.

Il paese di Condove era da molto tempo un rifugio e luogo di raccolta di gruppi partigiani che compiono le loro malefatte nel versante nord della valle di Susa. Condove è particolarmente bene indicata quale nascondiglio e covo dei partigiani, poiché si inoltra con la sua parte vecchia sulle montagne ed in alcune valli laterali. Era per così dire difficile ottenere un appoggio attivo da parte della popolazione. Tutte le misure e le disposizioni emanate da questo Comando furono eseguite da parte del Comune, senza peraltro che fosse possibile riuscire ad ottenere, per un lungo periodo, qualsiasi informazione sulla situazione dei partigiani.

È certo che il contegno passivo della popolazione è dovuto all’appartenenza di molti giovani di Condove ai diversi gruppi partigiani. Come a Condove, trovasi partigiani nelle frazioni Mocchie, Frassinere, Gagnor, Liay, Rocca, Mollette, Reno, Maffiotto, sulla sinistra della valle, come pure nelle località di Caprie, Campambiardo, Celle, Novaretto, Almese, Rubiana ed in quasi tutte le località situate nell’ambito di questa giurisdizione.

Si dice che il Comando della 42° Brigata Garibaldi con il suo comandante Negro si trovi a Maffiotto. Sembra però che la sede del Comando non sia fissa, ma che venga spostata tra la Rocca, Liay e Maffiotto. Alla brigata di Negro devono appartenere circa 12 russi e da 7 a 10 céchi. Pare che tale gruppo agisca nel modo più prepotente e senza alcun riguardo. Appunto all’inizio del dicembre 1944 furono prelevati e condotti in montagna, da parte di detto gruppo, molti civili supposti in relazione con il Comando tedesco.

Non è noto se al gruppo di Negro facciano parte abitanti di Condove. Tuttavia pare che dovrebbe prestarvi servizio un certo Bruno Versino, la cui madre e sorelle abitano alle Case operaie. Nello e Rinaldo Versino appartengono alla X Flottiglia Mas. Sembra che né la madre né le sorelle di Versino siano in relazione coi partigiani.

Oltre a ciò è stato osservato frequentemente un altro uomo a Condove, la cui presenza coincideva regolarmente con qualche violenza o prelevamento. L’uomo è descritto come segue: statura medio bassa, di aspetto brutto, porta un cappello marrone a lunghe falde ed è riconoscibile dalla sua andatura rassomigliante a quella dell’oca. Dicono che sia l’uomo più violento e senza scrupoli della banda di Negro.

Inoltre deve trovarsi presso la banda di Negro un napoletano che può essere facilmente individuato per il suo caratteristico dialetto. Tali partigiani si trattengono a Condove particolarmente nei giorni di mercato, ma non hanno potuto sinora essere arrestati perché questo Comando non disponeva di uomini di collegamento.

Un altro gruppo di partigiani composto di appartenenti al comune di Condove è la 113° Brigata Garibaldi che porta il nome di « Rocci Giovanni », partigiano ucciso dai reparti tedeschi. Capo di detta brigata è Alessio Maffiodo, di Caprie. Commissario politico è Gentile Francesco. Un altro capo di questo gruppo è Cuppini Guglielmo. I capi sono conosciuti sotto i loro prenomi. Cuppini è il nipote del fabbricante di limonate Cuppini, che abita sulla strada per Mocchie. I genitori e la sorella di Gentile abitano in via della Chiesa.

Detto gruppo è considerato dagli abitanti di Condove quale moderato, tuttavia, in base agli accertamenti di questo reparto, è da porre allo stesso livello di tutti gli altri.

Il Comando di Divisione di tutti i gruppi operanti a nord di Condove si trova nelle vicinanze di Rubiana. Il capo di tale comando si chiama Massimo, un bandito di 24 anni che deve avere un viso da avvoltoio, col naso lungo e strano. Il suo Commissario politico si chiama Bruno, i nomi di famiglia non sono noti.

Presso tale Comando di divisione devono trovarsi un colonnello ed un maggiore inglese. Gli avamposti di sicurezza del Comando di Divisione si trovano già nei pressi di Almese.

Sul versante sud della Valle di Susa, si trovano pure, sino all’altezza di Bussoleno, unità di partigiani garibaldini di cui fanno parte giovani di S. Ambrogio, Chiusa di S. Michele, Vaie, S. Antonino, ecc…

Fra questi non devono esservi céchi o russi, per contro vi si devono trovare soldati tedeschi disertori. Il nostro Comando non ha potuto entrare in collegamento con quel gruppo di partigiani.

I partigiani sono ben armati di mitra, rivoltelle e fucili; inoltre i partigiani operanti sopra Condove posseggono mitragliatrici pesanti e leggere italiane, ed è pure stato accertato con sicurezza che hanno una mitragliatrice italiana ultra pesante da 12,7 mm., probabilmente anche mortai e, secondo indicazioni confermate, anche una mitragliera antiaerea da 20 mm. L’esistenza di quest’ultima non ha potuto essere accertata da questo Comando.

Una postazione di partigiani è situata a quota 1049, Campo Rossetto (una piccola Cappella), inoltre sull’altura ad ovest di Condove, sopra la località Poisatto, che si inoltra nella valle verso Mocchie, si trovano pure postazioni di mitragliatrici e di altre armi. Il Comando della 113° deve trovarsi nella cappella e nelle case adiacenti della località di Celle, a nord-est, sopra Caprie. Un gruppo fisso di circa 20 partigiani deve trovarsi a Liay, a nord-ovest di Mocchie.

È stato accertato che quasi tutti i prigionieri catturati dai partigiani nelle vicinanze di Condove, sono stati condotti per la strada di Mocchie nelle montagne, trattenuti a Mocchie, Liay e Rocca, e di là portati in altri campi.

Sono particolarmente pericolosi, per i soldati isolati, il quartiere delle case operaie, il viale che conduce alle Officine Moncenisio, come pure le strade e le vie intorno a Condove. Da vietarsi assolutamente, oltre l’andare di soldati isolati nel paese, anche la visita e la sosta nelle osterie.

Inoltre è consigliabile far adempiere i servizi ai soldati soltanto per gruppi di quattro persone assieme, e con le armi pronte a sparare.

Nel caso di sosta in una casa, due dei soldati devono trattenersi davanti alla casa con le armi pronte a sparare.

Due soldati di un’unità di paracadutisti italiani, di stanza da poco tempo in Condove, furono catturati durante una partita a carte in un’osteria, mentre un ufficiale fu prelevato di notte nella sua abitazione privata, da banditi che indossavano le uniformi dei paracadutisti catturati in precedenza.

È particolarmente da osservare in proposito che i soldati non abbiano rapporti con la popolazione civile. Inoltre si devono usare le massime precauzioni durante le visite di servizio nelle diverse officine. Poiché le maestranze delle officine sono costituite da abitanti di tutte le località circostanti, una parte dei partigiani, o dei loro simpatizzanti, sono da ricercare anche tra queste; anzitutto perché, dato che una parte degli operai delle officine lavora solo saltuariamente, cioè, 8 giorni che una parte degli operai delle officine lavora solo saltuariamente, cioè, otto giorni di lavoro alternati con otto giorni di riposo, non ha potuto sinora eseguire un esatto controllo dei lavoratori.

Per la sicurezza del paese sono state adottate le seguenti misure: il coprifuoco è stato stabilito, avuto riguardo all’orario di lavoro delle fabbriche, dalle ore 19 di sera alle ore 6 del mattino. È stata intanto abolita la guardia civile composta di uomini 3×2, che era stata istituita per il controllo della zona, in quanto, durante il trasporto ferroviario per il trasferimento delle truppe, presta servizio una pattuglia militare notturna della stessa forza nel tratto da Condove a S. Ambrogio.

Inoltre il Comando di Condove ha rilasciato dei lasciapassare verdi per le persone che debbono circolare durante il coprifuoco. Tali lasciapassare hanno la validità di 14 giorni e sono prorogabili. Il Comando ha rinunziato a prendere ostaggi, ma si è fatto consegnare dal Comune una distinta esatta degli abitanti di Condove, per averli in ogni momento sotto controllo. Una particolare sorveglianza deve essere esercitata specialmente sui cosi detti sfollati che risiedono a Condove.

La situazione è particolarmente aggravata dal fatto che Condove non ha un vero e proprio Commissario che diriga gli affari dell’amministrazione, ma questi vengono curati da un segretario debole, servile e senza energia. Questo segretario vive appartato dalla popolazione ed in ogni circostanza, risponde di non essere informato. In seguito a diverse azioni, il Comando è venuto a conoscenza dei nominativi sotto indicati.

L’interprete Bassignana, impiegato presso le Officine Moncenisio, è un signore molto laborioso, vivace, oltremodo cortese, sempre pronto a dare aiuto, però è molto cauto per il peso che porta sulle spalle e si tiene lontano da ogni situazione critica. Così, come il rimanente della popolazione di Condove, vive nella continua paura di essere considerato amico dei tedeschi e quindi prelevato dai partigiani.

Parimenti, tutti gli ingegneri e gli altri impiegati delle Officine Moncenisio sono molto premurosi e compiacenti, tuttavia, nonostante essi siano informati sin nei più minuti particolari delle vicende dei partigiani, non vi è da attendersi da loro alcun appoggio.

Quale uomo di collegamento tra gli operai della fabbrica ed i partigiani del gruppo Alessio (113° Brigata) è da utilizzarsi Panzini Domenico. Secondo le nostre osservazioni, le intenzioni pacificatrici del Panzini sono sincere. Oltre alle già nominate famiglie Cuppini, Gentile, Versino, il Comando conosce ancora le seguenti famiglie, che sono in rapporto coi partigiani.

Lorenzin Angelo: questi è da utilizzarsi con la massima cautela; cerca nei momenti critici di accattivarsi la fiducia con l’indicazione di nomi e di altre cose interessanti. Con un trattamento abile, si possono ricavare da questi diverse informazioni di ogni genere. Coletto Idolo si è sempre sottratto all’arresto da parte di questo Comando. Egli abita in via Torino, nella casa Cantina Nuova. Nella stessa casa deve pure abitare un certo Falco, che non ha potuto altresì essere arrestato da questo Comando. Un operaio della fabbrica (tornitore) Alberti è conosciuto come comunista, però non ha potuto essere accertato nulla a suo carico. Ugualmente per Fassa e Tonda, che abitano alle case operaie ed erano stati indicati quali simpatizzanti dei partigiani, non si è potuto accertare sinora nulla di pregiudizievole. Un certo Bianco Aldo, di 19 anni, è segnalato per essere stato presso i partigiani sino al settembre 1944, e per essere stato ferito da questi, allorché voleva ritornare dai suoi genitori. Egli ha una ferita alla mascella inferiore destra. All’inizio di dicembre 1944 è stato prelevato dai partigiani e condotto nuovamente in montagna, perché sospettato di aver fornito a questo Comando delle informazioni sul movimento partigiano.

Questo Comando conosce inoltre i seguenti nomi: Margaira Lorenzo – Via Angelo Perodo; Clivio – Via Conte Verde; Bonaudo – Via Crociera; Mara Giustino – Poisatto.

Da questo Comando sono stati arrestati i seguenti partigiani: Pettigiani Guido di 19 anni, di Condove; Selvo Amelio Massimo, di Caprie, via San Rocco, nato il 25-2-°25; Adriana Colla, nativa di Susa, che lavora per la 422 Brigata (Negro). Quest’ultima ha 22 anni, abita nei pressi di Bussoleno, è bionda, capelli pettinati all’indietro, e porta quale segno tipico gli occhiali neri. Gli ultimi tre nominativi sono stati liberati da questo Comando l’8 dicembre 1944, in cambio di 10 soldati tedeschi prigionieri dei partigiani.

Di Caprie, si conoscono ancora i seguenti nominativi: Maffiodo Mario, Caprie, via Roma, nato nel 1912, è il fratello di Maffiodo Alessio; Croci Battista, abita sulla strada Condove-Caprie, nella prima casa dietro la panetteria; Cinato Michele, Caprie, via Chiodo, sulla strada ferrovia-Caprie, casa all’angolo del crocevia della fontana di Caprie.

Il collegamento con i singoli gruppi di partigiani può essere attuato in qualsiasi momento a mezzo dei parroci delle diverse località. Fra questi, il parroco di Caprie può essere considerato ineccepibile e si presta sinceramente.

Questo Comando ha occupato il Dopolavoro di Condove ed ha lasciato la gerenza al bar alla famiglia civile che lo gestiva. Tale famiglia è molto laboriosa e deve essere utilizzata con estrema cautela. Si è supposto che alcune dicerie, la cui provenienza era molto difficile da stabilire, avessero la loro origine nel bar.

Si lascia al Comando che subentra il compito di decidere, dopo l’esame delle circostanze, se lasciare o meno la gestione del bar ai civili.

Firmato: BRINKMANN (Tenente Comandante la Batteria)