Monte Baraccone

Tratto da L’ESCURSIONISTA rivista della Unione Escursionisti Torino del 13 Aprile 1906 n. 2

Descrizione della seconda escursione sociale di Domenica 22 Aprile 1906

(Valle Dora Riparia)

MONTE BARACCONE (M. 1165)

ITINERARIO

Torino P. N. (Ferrovia dello Stato), part. 7,48 – Condove, ore 8,50 – Magnoletto (m. 622) – Frassinere (m. 991), ore 11 – Colazione, partenza, ore 13 – M. Baraccone (m. 1165), ore 13,45 – Fermata, ore 1 – Partenza, ore 14,45 – Villa Superiore – Ponte sul Grave, ore 15,15 – Mocchie, ore l6 – Sosta un’ora – Condove, ore 18,15 – Pranzo Albergo Vittoria, ore 19 – Partenza, ore 22,20 – Torino P. N. ore 23,30. Ore di marcia effettiva 4,30 circa – Spesa di viaggio L. 2,55. Da versarsi ai direttori L. 3.

Il Baraccone è quel monte che staccandosi dalle falde della Lunella, s’avanza nella valle di Susa, tanto da restringerla notevolmente presso S. Antonino. Il suo nome, alquanto strano, trae origine dal fatto di esservi stato sulla cima, nei tempi delle passate guerre, una stazione di telegrafo a segnali, con annesso baraccone o baraccamento per ricovero del ricevitore e del pugno d’uomini che difendeva il posto. I segnali erano ricevuti dalla Sagra di S. Michele, e trasmessi nell’alta valle, od a S. Giorio, pel Cenisio. Traccie di questa stazione non ne esistono più. Dai nativi vien anche chiamato “ël signal”. Per la sua posizione avanzata che domina la sottostante Comba e l’alta valle, il M. Baraccone è un belvedere importantissimo, meta facile e degna di una visita. Verso Borgone scende a ripide balze, mentre i suoi fianchi sul versante di Condove, racchiudono un’ubertosissima valletta, bagnata dal torrente Grave, la salita si fa completamente per mulattiera. Lasciate le ultime case dell’abitato di Condove, si attraversa il Grave, poco sotto alla sua uscita da una stretta turtuosa ove l’impeto delle acque scava da secoli e secoli un enorme frana di qualche centinaio di metri d’altezza.

La strada, per castagneti, campi e vigne, s’innalza in breve ai casolari Magnoletto, ed al salto del Francese, quindi, meno ripida, raggiunge il pilone delle sette strade. Qui si può ben aprire una parentesi circa le segnalazioni in montagna, facendo notare, che essendo questo un punto, ove dal basso e dall’alto convergono sette strade e sentieri, un’indicazione, che segnasse almeno le principali, sarebbe più che necessaria.

Noi prenderemo un sentiero a tergo del Pilone, che per una piccola convalle porta in pochi passi alla prima frazione di Frassinere. Sulla cresta opposta, si distende il capoluogo, composto di poche case allineate e ridenti al sole, e della graziosa chiesetta più in alto che sembra custodire, come gregge sparso nella conca, le sottostanti borgatelle.

La posizione di questo alpestre paesello è splendida, e l’attraentissimo panorama che già sì gode dal piazzale della Chiesa è meritevole di una lunga tappa. Proseguendo, per verdeggianti poggi e pinete, si tocca in breve la meta.

La bellezza del luogo, il basso della Comba di Susa, che inaspettatamente si apre quasi a picco sotto i piedi, l’imponente cerchia delle Alpi che sta intorno, forma un panorama indescrivibile, che compensa largamente le poche ore di salita. A Sud, dalla Sagra di S. Michele alle mille frastagliate punte del gruppo del Rocciavré, di fronte l’alta valle della Dora, la Someiller, l’Ambin e la Ciusalet.

Sulla destra la Rocciamelone si presenta in tutta la sua imponenza, poi il Palon, la Lunella, altri minori, e giù giù per le falde che rinserrano la valle di Mocchie, ricche di campi e prati, seminate di mille borgatelle. In fondo in fondo il Musiné, ed un lembo di pianura. Questo panorama è oltre ogni dire interessante, sia per l’estensione, sia per la grande varietà di piani, e si può ben affermare che il Baraccone è il punto di vista migliore della bassa valle di Susa.

La discesa si compie evitando di ritornare in Frassinere; per freschi boschi e praterie, una comoda mulattiera ci porta ad attraversare il Grave, e per la frazione Rivoire si raggiunge il capoluogo di Mocchie, paesello adagiato su un dolce declivio in mezzo ad una lussureggiante vegetazione, e che dà il nome alla sua arcadica valle.

L’antica “Vallis Moccensis” fu già feudo di Amedeo VI di Savoia, ed in regione Castellazzo vi sono avanzi del Castello che dicesi servisse di villeggiatura al Duca.

Continuando la discesa si potrà bene osservare, sul lato opposto al percorso la frana del Grave, e infine per una zona coltivata a vigna, e che produce uno squisito rivale al Chiomonte, si rientrerà in Condove.

Qui…….. la parola all’albergatore, il quale saprà ben degnamente coronare una lieta giornata.

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