Ciò che è misterioso e diverso incuriosisce e allo stesso tempo spaventa. Nel paese di Borgone di Susa, alla fine del mese di giugno dell’anno 1947 un agricoltore M. Davì rimase scioccato dopo aver visto nella sua vigna a monte del paese un rettile mostruoso. La notizia in breve raggiunse tutti gli abitanti e fu ripresa dal giornale LA STAMPA di Torino. Il mostro non fu mai catturato ma è stato identificato in seguito come una grossa vipera con una particolare cresta, definita dalla stampa come appartenente alla famiglia dei basilischi (il basilisco, piccolo serpente con la cresta da gallo lungo poche decine di centimetri, sarebbe, secondo le antiche credenze, la creatura più mortale in assoluto, infatti ancora oggi da alcuni anziani è considerato un essere dal morso velenosissimo, in grado di addormentare e uccidere con il solo sguardo uomini e animali).
Il giovedì 26 giugno 1947 a pagina 3 il giornale LA STAMPA di Torino pubblicava il seguente articolo:
Un mostro spaventoso terrorizza Borgone
Da due giorni la popolazione di Borgone, un piccolo comune della Valle di Susa, è in allarme, per la comparsa di un mostro nelle vicinanze del paese. I borgonesi evitano d’inoltrarsi soli e disarmati nella campagna, e la sera nonostante il caldo, si tappano in casa con porte e finestre sbarrate. Due giorni fa un contadino, tuttora a letto con un’alta febbre di spavento, stava dando il verderame alle viti quando un fischio, ch’egli, appena poté parlare, definì lacerante, lo fece trasalire. Si volse e vide, a pochi passi, uno strano animale, rettile colla testa di gatto e le zampe di ramarro e una gigantesca cresta di gallo, che per alcuni istanti lo affascinò coi suoi grandi occhi di bue. Cilindrico lungo un metro, con un bel paio di mustacchi aveva la testa grossa come quella di un bambino di otto mesi, e quattro viscide zampe, lunghe venti centimetri, gli ornavano i fianchi. Con un violento sforzo di volontà, il contadino distolse gli sguardi e fuggi urlando in paese. Ci vollero due ore perché ricuperasse la parola, e allora i più ardimentosi di Borgone organizzarono una battuta. Poco sopra la vigna, appollaiato su alcune rocce, videro il mostro e spararono, ma non lo colpirono. Una seconda battuta ebbe esito negativo; ora stanno preparandone una terza, mentre la presenza dello strano essere incombe come un incubo sul paese.
Il 27 giugno 1947 su STAMPA SERA altro articolo:
Smascherato il mostro di Borgone di Susa
È una grossa vipera, della categoria dei “basilischi”. A distanza di anni compare nella zona, ma si trova anche a Chiomonte.
Borgone, venerdì sera (dall’inviato c.q.).
Il mostro di Borgone, uscito dal favoloso regno in cui l’avevano cacciato le accese fantasie dei valligiani, si è andato man mano riducendo a proporzioni accettabili dal buon senso. Col passar dei giorni – poiché infestava la montagna da circa una settimana – ha perduto una alla volta quegli attributi per cui appariva una bestiaccia infernale. Cadutagli la testa, grossa quanto quella di un bambino e cadutigli per conseguenza anche i baffi – per essere precisi, i baffi li aveva perduti prima della testa – ritirate le gambe dentro il cilindro del corpo, è diventato un viperone. Un viperone con la cresta perché il contadino che l’ha veduto, rinunciando a malincuore a diversi pezzi anatomici, arrivato alla cresta si è impuntato esclamando: “o la cresta o niente”. E non c’è stato verso di smuoverlo. Ma non per cocciutaggine perché il motivo di questa sua categorica affermazione c’è, in quanto che il particolare di quel … fastigio rivela il vizio della bestia, dato che lo inalbera soltanto per ragioni speciali e cioè quando il…. desio d’amor la punge. Quindi non è neppure un mostro, ma una …. mostra che, una volta all’anno, travolta da una fregola senza remissione, esce dalla tana a sdraiarsi al sole. Restando così a cuocersi, le spunta la cresta, quasi come una vela a cui affidi la navigazione dei suoi sogni. Disturbata dall’apparire del contadino, che dava il solfato di rame e che, con quell’arnese sulle spalle da cui sibilando usciva uno spruzzo d’acqua polverizzata in fumo verde, deve esserle apparso un mostro assai più grosso e pericoloso di lei, e coraggiosamente lo ha caricato. È stato provato, libri alla mano, che appartiene alla categoria dei “basilischi”: bestie che non abbiamo mai veduto e che perciò non ci arrischiamo a descrivere. Il basilisco o meglio, la basilisca di Borgone, non è alle sue prime apparizioni e, da quanto affermano i vecchi del paese, dal 1915 a oggi sarebbe venuta fuori tre volte. Di altre simili a questa, maschi e femmine, se ne trovano più frequentemente a Chiomonte. Questa mattina si organizza la terza battuta di caccia, poi, del mostro non se ne parlerà più fino alla prossima apparizione.