Il Torrente Gravio di Condove è un affluente, in sponda sinistra, della Dora Riparia. Esso ha origine da alcuni rami sorgentizi che scendono a valle dalla conca compresa tra la Rocca Patanua e le punte Lunella e dell’Adois. Scorre nella sua porzione montana per buona parte in un tratto boschivo e si caratterizza per la varietà di forme che realizza nel suo letto, ricco di cascate, vasche e salti.
La sua acqua cristallina, gorgogliante e spumeggiante tra rocce e i mille colori del bosco scorre generalmente tranquilla salvo dopo piovaschi improvvisi gonfiarsi e diventare pericolosa per i centri abitati (per tutti ricordo la grande alluvione dell’anno 1957). Fin da tempi remoti il torrente era noto per la bontà delle sue trote; le sue acque venivano inoltre usate per la fertilizzazione delle coltivazioni dei centri abitati attraversati dal torrente e per far girare le pale dei mulini costruiti lungo il suo corso.
Anticamente salendo da Condove lungo il Gravio si trovavano tre mulini alla borgata Fucine, altri due della famiglia Selvo a Mocchie in vicinanza della strada che porta alla Chiesa Madonna delle Grazie, poi quello del Tugno della famiglia Croce, quello di Bepin, quello di Cichin ed un’altro ancora dove c’è una centralina elettrica. Dopo l’alluvione del 1957 con esondazione del Gravio tanti mulini danneggiati non furono più ripristinati. Inoltre nei primi anni del 1900 una fitta rete di canali irrigatori si irradiava dal Gravio per chilometri e chilometri in tutta la zona montana e nella pianura con antichissimi regolamenti che disciplinavano la distribuzione delle acque, secondo determinati turni di irrigazione, basati sulla superficie da irrigare. In uno di questi, redatto nell’anno 1502 in lingua latina figurano molti nomi di antiche famiglie tra i quali: Borla, Sinatti, Alotto, Cugno, Girard, ecc.
Sul finire degli anni 50 del secolo scorso il mare, era anche qui, lungo il torrente Gravio. E la pineta vicina alla “spiaggia” erano i castagneti nelle immediate vicinanze della centrale idroelettrica delle Officine Moncenisio, meta prediletta di tutti i giovani Condovesi. Le splendide piscine naturali lungo il corso d’acqua cristallina erano da sempre il ritrovo estivo di gente della zona nelle giornate calde e soleggiate. Ma i tempi di magra hanno trasformato il Gravio nella meta preferita anche di bagnanti disposti a spostarsi in auto nei fine settimana, pur di rinfrescarsi nelle caratteristiche “gheuje” o “gorge”, le pozze scavate dall’acqua smeraldo fra le rocce levigate, giocare sotto le piccole cascate e stendersi al sole. Si mettevano pietre con rami e frasche per arginare al meglio il corso dell’acqua e formare delle caratteristiche pozze con profondità variabile dai 20 ai 150 cm e anche oltre.
Gli adulti se esperti nuotatori facevano il bagno nel bacino di raccolta delle acque di scarico della centrale idroelettrica tuffandosi da un trampolino oppure dalle rocce sovrastanti il bacino.
Il Gravio di oggi non è più lo stesso di quei tempi: gli interventi degli anni successivi con costruzione di argini artificiali a protezione dell’abitato e briglie poste trasversalmente all’alveo per ridurre il trasporto di materiale solido e diminuirne la pendenza formando salti di fondo, hanno in parte stravolto la geografia del corso d’acqua. Inoltre nel tratto terminale rettilineo tra argini artificiali e briglie è praticamente scomparsa la fauna ittica. Al di sotto della centrale idroelettrica salici e arbusti sulla sponda destra e case sulla sinistra hanno sostituito i castagneti.
Per scoprire il fascino del Gravio, la melodia delle sue acque con lo stormire delle fronde degli alberi battute dal vento e le sue grandi pozze d’acqua ideali per un bagno, si deve oggi salire più a monte, oltre la centrale idroelettrica, con una camminata seguendo il sentiero immerso nel verde che costeggia lo stretto e tortuoso torrente. Non partite senza delle scarpe adatte e soprattutto mai da soli e se non siete abili nel saltare da una roccia all’altra rimanete stesi al sole nei pressi della riva e rinfrescatevi con gli spruzzi delle piccole cascatelle. La voce del Gravio è espressione della natura e suscita nell’animo pace e tranquillità, dilettiamoci nell’ascoltarla e rispettiamo l’ambiente che la circonda.
Gianni Cordola
Alcune immagini del Torrente Gravio