Alcune escursioni alla Punta Lunella nell’anno 1888

Punta Lunella montagna delle Alpi Graie che si trova lungo lo spartiacque tra la val di Susa e la valle di Viù in Piemonte.

CRONACA E DESCRIZIONE DI ALCUNE ESCURSIONI DEL CLUB ALPINO ITALIANO PUBBLICATE NEL VOLUME VII – ANNO 1888 DEL CAI RIVISTA MENSILE

Maggio 1888 – Punta Lunella m . 2772 – Escursione sociale della Sezione di Torino

La sera del 26 maggio partirono da Torino diretti a Condove i signori G. Carena, ing. Varvelli, conte Luigi Cibrario, Alberto Barrera , Ernesto Martini, L. Ferrero, F. Paganone, Emilio Fiorio e Cesare Fiorio.

Pernottarono a Condove al Caffè ristorante Nazionale, condotto da Montabone Delfino, e vi si trovarono bene per bontà di cucina, pulizia, cure premurose dei padroni e modicità dei prezzi. Il tempo era bellissimo e la luna risplendente in pieno con gran malcontento del socio Barrera, che non poteva far ammirare a suo piacimento l’effetto della lanterna tascabile da lui lungamente studiata (V. Rivista N. 4) e che è effettivamente una bella ed utile cosa, nonostante che egli abbia voluto portarla accesa tutto il tempo, colla persuasione di far concorrenza alla luna .

Fu scelta la via che risale il vallone del Gravio pel suo fianco sinistro, via gradevole, pittoresca, e che presenta ad ogni svolto un cambiamento di scena e panorami incantevoli. È la più varia e divertente fra le molte strade che conducono alla Lunella : per indicarla più precisamente, furono toccate le borgate di Mocchie (capoluogo) Gagnor, Campo dell’Alpe e Prato del Rio. Poi la colletta e gli alpi Gagnor, donde occorre discendere in fondo al torrente (Gravio) e risalire per pascoli a Pra Buret (m. 1776) ultime grange, ove appunto la comitiva giunse alle 6 e mezza, e fece una sosta. Da Pra Buret un sentiero che gira a sinistra il Roc del Preive conduce in poco più di un’ora al Gran Pian, ma questo era ancora completamente sotto la neve, sicché non si poté godere della famosa fontana che sorge nel mezzo del medesimo, e che è una fra le migliori delle Alpi per bontà e freschezza delle sue acque. Dal Gran Pian la comitiva raggiunse in mezz’ora, per pendii erbosi e nevosi , il Colle di Cruvin, e seguì poi tutta la cresta fino alla base della piramide. Stante l’epoca precoce, la cresta nevosa presentava in qualche punto, se non gravi difficoltà, per lo meno i caratteri di una vera ascensione. Fu percorsa quindi molto lentamente, ma con molta sicurezza, e non è poco se si calcola che la comitiva di 9 individui conteneva elementi novizi affatto all’alpinismo, non era diretta da guida alcuna, e vi arrivò tutta compatta, senza la solita dispersione delle comitive sociali, e malgrado il tempo, che si era completamente guastato. Fu pure compiuta assai bene la divertente scalata della piramide rocciosa, e poco dopo mezzogiorno tutti erano sulla vetta donde si sarebbe dovuto godere di uno dei panorami alpini più felici ed orridi.

Alle 2 pom. tra fitta nebbia e nevischio, si cominciò la discesa per altra via e con lunghissime scivolate da seduti giù pei canaloni, che, senza toccare il Gran Pian, precipitano quasi direttamente, si arrivò a Pra Buret. Ripreso il portatore che ivi si era lasciato (Col Battista di Petronilla da Condove, che sarebbe anche abile e da raccomandarsi come guida per la località) si seguitò la discesa per la strada che segue la costiera destra del vallone del Gravio, opposta cioè a quella del mattino. Quest’altra via, serpeggiante per le amene e verdi colline di Frassinere, è pure gradevolissima, non è più lunga di quella di Mocchie, e varia la via del ritorno, permettendo così di poter dire dell’ascensione della Lunella che è senza alcun dubbio una fra le più belle nei dintorni immediati di Torino.

Essa fu compiuta in 9 ore di salita e 4 e mezza di discesa, ma la salita potrà facilmente ridursi ad 8 ore ed anche a 7 e mezza. La sera alle 9, per la ferrovia di Val Susa, si rientrava in Torino.

La domenica seguente all’escursione sociale furono subito compiute altre due ascensioni della Lunella, che tende così a diventare una punta di moda, e che del resto ne avrebbe i requisiti. Daremo un cenno pure di queste perché eseguite per strade diverse.

Giugno 1888 – Punta Lunella m . 2772

Una comitiva composta del sig. dott. V. Demaison, dott. T. Bestente, dott. G. Pollovio e Francesco Paganone, partiva da Torino il 2 giugno alle 2,15 pom. col diretto per Bussoleno; e per Cianoc ed il vallone di Cruvin si recava a pernottare alle Grange, un’ora e mezza sopra la borgata Pavaglione ; ore 4 da Bussoleno. Il domani, pel ripido vallone di Cruvin, raggiungeva il colle omonimo dal versante opposto a quello dell’itinerario precedente, e poi, seguendo la cresta comune alle due vie, raggiungeva la vetta alle 12. Il ritorno fu pure compiuto per la strada di Frassinere, che scende a Condove. La via del vallone di Cruvin è più lunga di quella di Mocchie, richiede almeno 9 ore ed è assai meno bella; ha il vantaggio che per portarsi alla sua base si può profittare dei treni diretti che alla stazione di Bussoleno si fermano tutti.

L’altra comitiva, composta dell’avv. Corrà e dell’ing. Pagani col portatore Col di Condove, percorreva la strada di Borgone, Maffiotto, Tilivit, la più breve di tutte, perché deve richiedere circa mezz’ora meno di quella di Mocchie, di cui però è molto meno bella e più monotona. L’avv. Corrà ha dimostrato ancora una volta di essere il più fenomenale divoratore di strade alpestri, giacché compì la sua ascensione partendo da Torino col primo treno del giorno 3, e rientrando a Torino la sera stessa. Notisi che questo primo treno arriva a Borgone alle 7, e da questo punto vi sono 2400 m. di dislivello da superare e 7 ore e mezza effettive di salita ripida, ma l’avv. Corrà, presa la via dei monti , in 2 ore raggiunse la borgata Maffiotto (m. 1323) situata sul gran pendio che prospetta Val Dora, e, proseguendo per l’erto sentiero che ivi si diparte, toccò i Piani (m . 1900) ; più in su, lasciando a destra gli alpi Tilivit , percorse su una traccia di sentiero tutta la cresta delle rocce Tilivit, giunse al Colle Cruvin, seguitò la cresta spartiacque fra Dora e Stura comune agli altri itinerari, ed arrivato alla base della piramide rocciosa ne fece la scalata tutto solo giungendo in vetta alle 3; alle 3.10 ne ridiscendeva, e sulla cresta raccolti i compagni divallava precipitosamente tutto giù per le ripide chine rocciose e poi erbose dell’itinerario di Maffiotto ed alle 7 era a Borgone! Respirate lettori che vi sono ancora 3/4 d’ora prima che passi il treno, e d’altronde non ci siamo fermati che 40 minuti in tutto.

E chi si crede di aver buona gamba si provi a far altrettanto. Per conto nostro, conoscendo tutte le strade, se avessimo da dar un suggerimento, consiglieremmo a chi voglia salir questa vetta di seguire appieno l’itinerario primo, quello della comitiva sociale, cioè salita per Mocchie, discesa per Frassinere, che è il più bello ed il più vario dei percorsi. Tutt’al più, chi non vuol far tutta la tirata in un giorno, può recarsi a pernottare a Prato del Rio (m. 1363), ultima borgata da questo lato.

Luglio 1888 – Punta Lunella m. 2772.

Una comitiva composta dei signori Sciorelli, Brandt , Stevano , Grandis, Borani e Devalle partiva la sera del 7 luglio circa alle 9 e mezza da Condove per recarsi a pernottare ai casolari di Gagnor ad un’ora e mezza dal villaggio di Mocchie. Alle 3 antim. del giorno 8 , seguendo la stessa strada tenuta dalla comitiva sociale nell’escursione del 27 maggio giungeva alle 5 e mezza alle alpi di Pra Buret, trovando ospitalità cordiale presso quegli alpigiani. Continuava quindi pel Gran Pian , ed alle 9 e mezza circa giungeva presso la cresta, che percorse in tutta la sua lunghezza fino a raggiungere la piramide rocciosa che venne superata facilmente . Alle 11 antim. la comitiva si trovava sulla vetta , da cui poté ammirare in parte la stupenda veduta che di là si scopre.

Al ritorno, invece di seguire la via del mattino, scese alle alpi Tilivit, e di là al sottostante paese di Maffiotto, e quindi a Borgone, dove poco dopo prese il treno che la portava a Torino. Durante la notte, che era affatto priva di luna , la lanterna alpina Barrera diede ottimi risultati , e crediamo poterla raccomandare come quella che possiede tutti i requisiti che la rendono adatta allo scopo cui è destinata.

Agosto 1888 – Punta Lunella m. 2772.

I soci Mario Velasco e Luigi Ceresole (Sezione di Torino) unitamente al portatore Col Battista si recavano la sera del 4 agosto a pernottare nella borgata Bigliasco a due ore sopra Condove. La mattina del 5 alle 3 partivano diretti alla Punta Lunella; alle 6 erano alle alpi Pra Buret, alle 7 e mezza raggiungevano il Gran Pian ed alle 10 precise toccavano la punta. Disgraziatamente verso le ore 8 il cielo s’era coperto di dense nubi, che avevano poi avvolto le cime dei monti; e così, giunti sulla sommità della Lunella, nonché poter ammirare il bel panorama che si deve scorgere di lassù, a mala pena distinguevano le rocce a dieci metri al di sotto. Alle 10 e mezza essendosi dileguate alquanto le nebbie basse, si decisero a discendere, e, dopo essere calati per circa 30 metri per la strada che avevano fatto nella salita, appoggiarono a destra, e, scavalcata la cresta aguzza al di sopra della più alta cava di amianto , cominciarono una discesa difficile e faticosa pel versante di Usseglio , su macereti movibili, ed accompagnati da una fitta neve dura e gelata che il vento sbatteva furiosamente sulla faccia. Senza pericoli ed accidenti però alle 12 e 3/4 giunsero ad un altipiano coperto di neve , dove sono due piccoli laghetti. Quivi fecero breve sosta.

Ripresa quindi la discesa, alle 2 toccavano i casolari di Andriera, dove si ballava nonostante la pioggia, per festeggiare la Madonna della Neve; alle 2 e mezza raggiungevano Usseglio; indi proseguendo per la nuova e bella strada che si sta ora costruendo, toccavano Lemie alle 4 pom. Qui si fermo il Col Battista , e i due alpinisti ripresero la strada per Viù, dove giunsero alle 6 e mezza, ancora in tempo per salire sull’omnibus e fare ritorno la stessa sera a Torino.

Alcuni alpinisti verso la Lunella nel 1924
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