Vivere senza rimpiangere il passato

A volte ripensare con nostalgia ai tempi che non appartengono più alla vita attuale può essere un dolce rifugio, un tuffo in un mondo nostalgico che conosciamo bene e che ci ha segnato nel profondo. I bei tempi sono di solito quelli in cui si era più giovani. Le scienze lo confermano: i ricordi dell’adolescenza e della giovinezza sono i più numerosi e più vividi. Inoltre la distanza sfuma gli avvenimenti, e mentre la lista dei ricordi negativi si accorcia, quella dei ricordi positivi nel tempo si allunga.

Da giovani si provano emozioni per la prima volta, quelle esperienze iniziali fissano una sorta di parametro di riferimento per quelle successive, questo porta a confrontare inavvertitamente esperienze attuali con esperienze precedenti, dimenticando in base a cosa hai valutato la prima volta. Da adulti è meno facile fare un’esperienza che ci lasci stupiti e ciò può condurci a pensare che le cose andassero meglio nel passato.

Ad esempio, ricordo la prima volta che partecipai ad una festa in casa di amici, è stato emozionante, pieno di sensazioni mai provate prima, oggi ripensandoci la ricordo come una cosa divertente, ma alla base del mio giudizio di allora non c’erano altre occasioni simili con cui confrontarla.

È importante sapere da dove si viene, tenere a mente la storia della propria famiglia, quella del luogo in cui si è cresciuti. Io ricordo tutto e sono sempre stato curioso delle vecchie storie mie e dei miei parenti. Mi ricordo quando d’inverno andavo a giocare nella neve, quanto freddo faceva, la temperatura spesso sotto zero. Ma a me non interessava, ero paonazzo, ma instancabile.

Quando ero un po’ più grandicello sui 16 anni le prime cotte, la ragazzina della compagnia che mi faceva battere forte il cuore, ma spesso non ero ricambiato. D’estate ci si trovava la sera in piazza del paese per chiacchierare, nessuno si lamentava per la maleducazione e soprattutto al più tardi alle 22,00 tutti a casa. Al giorno d’oggi i bambini non sanno più giocare, sono presi coi cellulari o con i videogiochi. I giovani fanno notte bevendo birra nei giardini, con comportamenti sguaiati disturbando le altre persone.

Perché rimpiangiamo così tanto i vecchi tempi? L’essere umano tende a idealizzare il passato e a rifiutare l’innovazione. L’ansia, soprattutto in un presente di incertezza, è comprensibile. Siamo abitudinari, il cambiamento ci inquieta. Ma vivere ancorati al passato è un modo per perdere di vista il presente. Quei ricordi nostalgici possono trasformarsi in una gabbia che ci allontana dal tempo presente anche se quella è stata l’epoca dell’entusiasmo per mille progetti stimolanti. È un po’ come scegliere la meta per le vacanze: se si è stati molto bene in un luogo, è normale desiderare di tornarci. Il giusto atteggiamento, quindi, è quello di far convivere sia la memoria per il passato sia la voglia di guardare al futuro.

Gianni Cordola

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