I Celti

Dalla parola greca “Keltoi”, i Celti sono ” i valorosi”, “gli alti”, “i solenni”. Le scarse testimonianze antiche scritte, i ritrovamenti archeologici e i risultati di ricerche linguistiche ci dicono che si trattava di un popolo non omogeneo, che abitava gran parte dell’Europa occidentale, centrale e meridionale e l’Anatolia.

Come testimonianza più recente troviamo la leggenda di Ecateo da Mileto. Raccontava che la città di Massilia si trovava in territorio dei Liguri, al di sotto della Keltiké. Nel II° secolo a.C. Erodoto parlò per ben due volte dei celti. Abitavano dunque al di là delle colonne d’Ercole (oggi lo stretto di Gibilterra),vicini dei chinesici, quindi nell’attuale Portogallo. Questo racconto pone un enigma, poiché i ritrovamenti archeologici legati ai celti non sono stati effettuati in Portogallo. Più in là nel tempo Erodoto asserì che nella terra dei celti nasceva l’Istros (l’attuale Danubio). Poiché in Germania del Sud è da collocare archeologicamente in questo periodo la tarda civiltà di Hallstatt e la prima Cultura di La Tène, i celti vennero considerati come i portatori di tali culture – soprattutto della cultura di La Tène – in Europa centrale ed occidentale.

I risultati delle ricerche linguistiche sui celti rivelano, grazie all’analisi di nomi di luoghi e di corsi d’acqua, che l’area della comparsa della lingua originaria celtica è da collocare tra la Francia orientale, la Germania meridionale e occidentale fino alla Boemia. Le ricerche effettuate sui celtiberi ci danno la data della loro comparsa, ovvero il V° secolo a.C. Queste interpretazioni sono però estremamente controverse. Pare poco sensato ricercare l’origine dei celti nel V° secolo a.C. Dal punto di vista archeologico ciò che sorprende è la grande differenza tra la civiltà Hallstatt e la cultura La Tène, entrambe considerate celtiche. Però i principati della tarda civiltà Hallstatt occidentale con le loro tombe riccamente equipaggiate e con i loro rapporti con le grandi civiltà del Sud rappresentano un’indicazione della rigida organizzazione che rese possibile il controllo e la distribuzione di merci e di forza lavoro. Tale controllo è immaginabile per i rapporti esistenti all’epoca in primis per via della comunità. Il cambiamento radicale che si svelò poi nella cultura La Tène viene considerato principalmente come innovazione religiosa, conseguenza di tensioni interne sociali e culturali in relazione ai molti nuovi stimoli inerenti alle antiche grandi civiltà. Oltre all’arrivo di nuovi principati nella civiltà Hunsrück-Eifel tali confronti avrebbero potuto portare alla distruzione dei principati Hallstatt ed a migrazioni dei gruppi, denominati dalla letteratura celti.

Le migrazioni ebbero inizio già nel V° secolo a.C. ed avvennero verso l’Italia ed i Balcani. In Italia gli insubri, i boi, i cnomani ed i senoi si stanziarono nella valle del Po. Da lì insediarono la terra degli Etruschi. Dal IV° secolo a.C. in poi anche i Balcani furono insediati. Con la fine del III° secolo a.C. terminò anche l’espansione. Il contatto con le culture del Mediterraneo portò, nel nucleo celtico, molte innovazioni: la formazione di una nuova aristocrazia, insediamenti consolidati sotto forma di città, la coniatura di monete e la creazione di officine specializzate.

Sulla cultura dell’ultimo periodo nel territorio a sinistra del Reno si sa abbastanza, grazie al “De bello gallico” di Cesare. Cesare distinse diversi ceppi di celti: gli elvezi, i sequani, gli edui con Oppidum Bibracte,i biturigi con Oppidum Avaricum, i coier, gli allobrogi, gli arverni con Oppidum gergovia, i senoni, i treveri ed i lingoni. Secondo lui la struttura della loro società era a tre strati: il potere era detenuto dalla cavalleria e dai druidi. Agli ultimi spettavano le decisioni e le liti su questioni di giustizia. Il loro sapere era segreto e poteva essere tramandato solo oralmente. La terza classe era rappresentata dal popolo che poteva riunirsi in assemblee popolari, ma che era dipendente dall’aristocrazia a cui dovevano obbedienza.

Secondo il “Bellum civile” di Lucano, gli dei dei celti avevano i seguenti nomi: Taranis, Toutatis ed Esus. Come le relazioni si fossero tramandate ai celti del territorio a destra del Reno non è chiaro.

Le guerre di Cesare in Gallia portarono, anche a causa dell’eterogeneità dei celti, al totale assoggettamento dei celti del territorio a sinistra del Reno ed all’incorporazione del loro territorio all’Impero Romano. La zona prese il nome di „Gallia transalpina“. Allo stesso tempo i germani ed i daci assediarono i territori celti. La tradizione celtica visse solo in pochi territori come in Scozia, Irlanda, Galles e Bretagna.

IL SIMBOLISMO CELTICO

La prima precisazione da fare riguarda i simboli che sono celtici e quelli che non lo sono, chiarendo che con quanto segue si prenderanno in esame solo i primi tralasciando i secondi. Sfatiamo per prima cosa un grande mito che imperversa a proposito delle Rune: non sono celtiche! Questi segni di scrittura sacra che oggi, come anticamente, vengono usate soprattutto come simboli di protezione e divinazione, provengono dall’area germanico-scandinava e si diffusero nei territori celtici di Scozia, Britannia e Irlanda solo a partire dall’VIII° secolo con le incursioni vichinghe. Lo stabilirsi dei Vichinghi sulle coste sottoposte al loro controllo portò l’insorgenza di interi villaggi dove le culture gaelico-celtiche e germanico-scandinave si mescolarono.

Questo naturalmente non toglie il valore prezioso delle Rune e della tradizione magica scandinava, ma chi le associa ai Celti commette un errore storico. Lo stesso discorso vale per il martello di Thor e tutti gli atri simboli legati alle divinità come Odino, Freya, ecc.

Passando ai disegni conosciuti come “intrecci celtici” e “nodi” che compaiono sui manoscritti compilati dai monaci cristiani a partire dal VI°-VII° secolo c’è da dire che, seppur più recenti della storica ‘epoca celtica’, si possono annoverare tranquillamente fra i simboli celtici, sia perchè i loro produttori erano tutti ex-druidi e bardi divenuti monaci o comunque persone provenienti dalla cultura celtica tradizionale, sia perchè riprendono le antiche forme presenti su spade, foderi, punte di lancia, ornamenti per i carri, bardature di cavalli, ecc.

Lo stesso discorso vale per le spirali, da cui nasce il triskele, che pur essendo più antiche dell’epoca celtica, sono state ampiamente utilizzate dai Celti e dai druidi, loro sacerdoti e sapienti. Ma iniziamo a vedere il significato dei vari simboli.

TRISKELE

Triskele

Triskele

Chiamato anche triscele o triskellion (dal greco tre gambe) è il simbolo celtico più conosciuto. Racchiude in sé il potere del numero Tre. Se, a partire dal centro del simbolo, le tre spirali che lo formano si avvolgono su loro stesse da destra verso sinistra, rappresenta il turbinare delle energie dall’interno verso l’esterno, la manifestazione; se invece si sviluppano da sinistra verso destra simboleggia il discendere nei mondi inferi (dal latino in-fero “ciò che si porta in sé”). Ha diversi significati e rappresenta:

1 – La Triplice Manifestazione del Dio Unico: Forza, Saggezza e Amore e quindi le tre classi della società celtica che incarnavano tali energie, Guerrieri, Druidi e Produttori.

2 – I Tre Cerchi della manifestazione o dell’esistenza: Ceugant, il Mondo dell’Assoluto; Gwynwydd, il Mondo Spirituale dell’Aldilà e Abred, Mondo Umano o della Prova.

3 – All’interno di Abred il simbolo dei tre aspetti del mondo materiale: Terra (cinghiale), Acqua (Salmone), Cielo (Drago) che con il loro movimento si riuniscono tutti nel quarto elemento, il Fuoco, simboleggiato dal cerchio che racchiude il triskele.

4 – Il Passato, il Presente e il Futuro riuniti in realtà al centro in un unico Grande ed Eterno Ciclo chiamato Continuo Infinito Presente, in cui tutto esiste contemporaneamente. Si riesce così a comprendere come, durante la festa di Samhain del 1° novembre i Celti potessero incontrare i loro antenati defunti, ma anche i loro discendenti non ancora nati.

5 – Le tre fasi solari in manifestazione: alba, mezzogiorno, tramonto

6 – Nell’uomo la sua triplice manifestazione come corpo, emozioni/sentimenti/pensieri e spirito, ma anche l’Azione, il Sentimento, il Pensiero e le tre età: infanzia, maturità, vecchiaia.

7 – La Dea nel suo triplice aspetto di Vergine-Madre-Vecchia/Figlia-Madre-Sorella.

8 – Il simbolo della trinità femminile della battaglia Morrigan-Macha-Boadb e di quella maschile Ogma-Lugh-Dagda

9 – Il segno sul quale Patrizio spiegherà il concetto della Trinità Cristiana (in realtà un’idea del cristianesimo celtico) agli irlandesi, trasformando però il triskele in un trifoglio.

INTRECCI E NODI

intrecci e nodi

intrecci e nodi


In generale rappresentano la Continuità della Vita, l’infinito susseguirsi di nascita e morte, giorno e notte, ecc. Per i Celti la Vita non aveva un inizio e una fine, ma procedeva con continuità e infatti non esistono leggende sulla creazione del Mondo nella mitologia celtica. Gli intrecci e i nodi formati da animali, vegetali ed esseri umani o da semplici linee rappresentano lo scorrere dell’energia divina nelle forme, della Vita Unica che incessantemente riempie e vivifica le molteplici manifestazioni materiali. La morte è solo l’abbandono delle forme da parte di questa energia per trasferirsi altrove, per continuare a scorrere. Muore chi si identifica con le forme; è immortale chi si identifica con l’Energia della Vita. Gli intrecci rappresentano perciò la Vita, l’energia spirituale, il percorso di crescita, la continuità, la resurrezione, le relazioni con tutti gli esseri (minerali, vegetali, animali, umani e divini), l’immortalità nel movimento, la buona fortuna che deriva dalla capacità di mettere in moto le energie vitali e collaborare coscientemente con esse. Simboleggiano anche il ciclo dell’esistenza nascita/crescita/maturazione/invecchiamento/morte/rinascita e vengono usati come talismani di protezione contro le negatività e anche come rinforzo dell’energia spirituale che vive dentro di noi. Sono anche ‘mandala’ di meditazione (seguendo con gli occhi il loro percorso è possibile entrare in un differente stato di coscienza), come facevano i monaci del cristianesimo celtico che leggevano una pagina del Vangelo e quindi seguivano con lo sguardo le forme degli intrecci a bordo pagina riflettendo sulla lettura e, cambiando stato di coscienza, riuscivano a evocare il significato profondo della Sacra Scrittura e del suo messaggio spirituale.

LA CROCE CELTICA

croce celtica

Anche se il Cristianesimo in Irlanda fece suo questo simbolo, in realtà la più antica rappresentazione della Croce Celtica, chiamata anche “Ruota del Sole” o “Anello Crociato” o “Croce Druidica”o “Sigillo dei Druidi”, risale in Europa al 8-10.000 a.C. ed è stata trovata in una grotta dei Pirenei francesi. Rappresenta l’Albero della Vita, le Quattro Direzioni del Mondo, il Cosmo (cerchio) in cui è inserita la Terra (croce), i Quattro Elementi (la croce: terra, acqua, aria, fuoco) uniti dal Quinto (il cerchio: lo Spirito, l’Energia), le Quattro Feste Stagionali (Samhain, 1° Novembre; Imbolc, 1° Febbraio; Beltane, 1° Maggio; Lughnasadh, 1° Agosto), il Sole, il Ponte dell’Arcobaleno fra il Mondo Terreno (asse orizzontale della croce) e quello Divino (asse verticale della croce) racchiusi nell’infinità dell’Universo (il cerchio). Corrisponde alla “Ruota-di-Medicina” dei Nativi Americani, anche se i simboli associati alle Quattro Direzioni Sacre sono lievemente differenti. Per i Celti l’Est rappresenta lo Spirito, associato all’elemento Aria e alla Lancia del dio Lugh; il Sud è legato alle Emozioni/Sentimenti, all’elemento Fuoco e alla Spada di Nuada; l’Ovest alla Mente/Pensiero, all’elemento Acqua e al Calderone di Dadga; il Nord al Corpo, all’elemento Terra e alla Pietra del Destino (L’a Fàil).

IL CAVALLO

cavallo

cavallo


Il cavallo è legato alla Dea nelle sue molteplici manifestazioni sia nel suo aspetto luminoso, sia in quello tenebroso e sotterraneo. Il cavallo è una guida dell’uomo nei mondi spirituali luminosi degli dei, ma anche fra le oscure regioni accessibili dal sogno. E’ perciò una guida, un mezzo di trasporto fra i mondi, viaggiatore fra il regno terrestre e quello spirituale. Spesso viene associato al fuoco o all’acqua (le due porte sui mondi dell’Aldilà), alla vita e alla morte, incarnando in sè lo spirito del grano e i poteri della fecondità della terra e della sessualità, della vegetazione e del suo rinnovamento periodico, della vita attraverso la morte, dei cicli vitali legati alla luna e alle acque, dei poteri del sogno della divinazione, ma anche i caratteri luminosi dell’eroismo e la nobiltà.

IL CIGNO

cigno

I cigni sono in stretta relazione con gli dei luminosi d’Irlanda, i Tuatha Dé Danann, e sono il simbolo di saggezza, amore sincero, fedeltà per la/il propria/o compagna/o, innocenza, purezza, forza e coraggio. Il cigno dona la capacità di interpretare i sogni e rappresenta l’evoluzione spirituale. E’ legato all’acqua (dove nuota), all’aria (dove vola) ed alla terra (dove si posa), ma rappresenta soprattutto il fuoco del sole da cui trae il suo potere per padroneggiare gli altri tre elementi. Rappresenta la comunicazione fra gli elementi, fra i diversi mondi e come animale sacro alla Dea è considerato un simbolo del sole e un messaggero degli dèi, benefico e sacro possessore di poteri magici legati alla musica e al canto, uniti ai poteri terapeutici del sole e dell’acqua: il cigno rappresenta anche la luce interiore dello spirito umano, la scintilla divina nell’uomo. Il suo volo è paragonato al ritorno dello spirito verso la propria sorgente e rappresenta la parte dell’uomo che tende al bene, al meglio di sé, alla perfezione, alla spiritualità. Nel medioevo era l’emblema della cavalleria mistica e rappresentava il cavaliere che partiva alla ricerca del Graal, la Sacra Coppa.

IL LUPO

lupo

Nella cultura celtica è un simbolo di benessere, cura, lealtà, capacità di amare e proteggere i propri cari. E’ una guida per coloro che si avventurano nei mondi spirituali, un animale di potere che viene in aiuto di chi ne ha bisogno. Il lupo è il messaggero della Dea della Morte-nella-Vita e fungeva da accompagnatore verso la Terra dei Morti, guidando le anime attraverso le foreste dell’Altromondo.

IL CANE

cane

Per i Celti questo animale era visto come un essere appartenente a due mondi: quello umano e quello spirituale. E’ simbolo di protezione della comunità umana dei vivente, ma anche dei defunti, essendo il guardiano del regno dei morti, animale caro alla Dea, come guardiano del suo regno e dei suoi misteri. Il cane ha anche funzioni di guaritore, ed è quindi associato alle acqua curative e al potere di guarigione.

IL CINGHIALE

cinghiale

Ha una simbologia complessa e viene associato a differenti posizioni sulla croce celtica.

1) All’Est è un simbolo spirituale, di saggezza, conoscenza, guarigione, verità, lealtà, messaggero fra il Mondo Sotterraneo e quello umano e rappresenta la classe sacerdotale una qualità di ‘spirito’ in grado di vitalizzare la materia, altrimenti inerte). Il cinghiale, come il Druido, vaga per la foresta solitario o in compagnia dei suoi simili, per ‘scavare’ alle radici dell’albero della conoscenza ed estrarre il frutto della sapienza proveniente dal Cielo.

2) Al Sud diviene il portatore di fertilità e vitalità, simbolo della Dea Madre, la Natura divina della terra legata al ciclo lunare, alla Dea e alla femminilità feconda e aggressiva, ma anche al ciclo solare, agli dèi, alla frenesia riproduttiva maschile e all’aggressività dei guerrieri. Rappresenta le energie del territorio, il potere della terra che si manifesta come energia vitale. E’ quindi simbolo di abbondanza, nutrimento, ospitalità, festeggiamenti e riunioni sociali, fertilità, salute e protezione dal pericolo, potere e vitalità.

3) All’Ovest racchiude le qualità dell’iniziazione ai misteri della vita e della morte, del passaggio, della fine di un ciclo e inizio di un altro, alla rinascita.

4) Al Nord è ispiratore di musica e poesia. Per i Druidi il cinghiale rappresenta il ciclo dell’epoca odierna e simboleggia il polo immutabile (il nord) e l’autorità spirituale. La costellazione oggi chiamata dell’Acquario, un tempo era quella Cinghiale, considerata sede dell’energia mistica e dell’iniziazione, oggi della spiritualità nascente. Per i Romani rappresentava simbolicamente l’intera Gallia.

IL DRAGO

drago

E’ il simbolo della protezione, della forza in combattimento e dell’energia vitale di grande potenza. E’ il guardiano dei luoghi nascosti che custodiscono tesori e quindi rappresenta la capacità interiore di proteggere la nostra interiorità dalle intrusioni.

GLI UCCELLI

uccello

Sono i messaggeri fra il mondo umano e quello divino. Incarnano forze di guarigione, ispirazione, gioia, semplicità, profezia, combattività per giustizia, saggezza, benevolenza.

IL PAVONE

pavone

Rappresenta il sole, essere immortale che perpetua il grande ciclo senza fine di nascita (alba) e morte (tramonto).E’ simbolo del potere benefico di trasformare le energie negative in positive.

IL SERPENTE

serpente

E’ strettamente connesso con tutti gli elementi: terra, acqua, fuoco, aria ed energia. E’ il Portatore di Vita, l’essere che meglio incarna e rappresenta la forza vitale che scorre sinuosa sotto e sopra la superficie. Appartiene alla terra e al cielo allo stesso tempo attraverso l’acqua: fluisce come fiume sotterraneo, sgorga alla superficie come sorgente, risale verso il cielo come arcobaleno (il ponte che collega la terra al cielo, la Materia allo Spirito, formato da un gioco di evaporazione e luce solare), scorre infinito come Via Lattea e quindi ricade sulla terra come pioggia. E’ legato all’aria e al fuoco quando si muove guizzando nella forma delle fiamme che danzano nel focolare e delle spire di fumo che si elevano sopra di esse, dei mulinelli di polvere formati dal soffiare del vento, del saettare dei fulmini durante i temporali. Infine è simbolo dell’etere/energia, il quinto elemento che fa da legame per gli altri quattro, rendendosi veicolo per l’energia divina e spirituale che vi infonde la vita e permette l’esistenza fisica. E’ legato alla Dea Madre Terra e alla sua fecondità, all’abbondanza donata con grande generosità, ma la grande energia che incarna può anche divenire distruttiva se mal utilizzata. Il serpente è presente negli spermatozoi (simili al serpente con la testa d’ariete) che corrono verso l’ovulo per dare origine a una nuova vita; i nostri intestini vengono paragonati ad un grande serpente e così il cordone ombelicale che ci nutre nel seno materno e ci accompagna nell’esistenza, primo vero iniziatore; il fluire delle emozioni, dei sentimenti e dei pensieri somigliano al sinuoso moto del serpente, così come il rapido scivolare delle correnti dei mondi spirituali riprende il suo movimento. E’ legato al ciclo dell’anno che si ripete in eterno sempre uguale a se stesso, ma sempre diverso. Rappresenta perciò la fecondità, la vitalità, l’energia, l’abbondanza, il ritmo, il ciclo, la rinascita, il rinnovamento, la reincarnazione, la conoscenza/saggezza, la protezione, il fuoco guaritore e quello ispiratore.

IL SALMONE

salmone

Rappresenta l’incarnazione della saggezza e della magia racchiusa nella profonda conoscenza delle cose, la conoscenza divenuta saggezza. E’ quindi simbolo di Conoscenza (la visione perfetta del passato e dell’avvenire), di Saggezza (l’utilizzo a fin di bene di tale conoscenza) e di Nutrimento Spirituale (la vitalità che scaturisce dall’esercizio della Saggezza). La sua particolarità di lottare contro la corrente del fiume con grande volontà, impegno e costanza per raggiungere la sorgente lo rendono un importante simbolo spirituale per i Celti. Rappresenta quindi il coraggio, lo spirito indomito, la fermezza nel raggiungere la meta, la costanza, la volontà umana tesa a uscire dalle tenebre dell’ignoranza e acquisire conoscenza e saggezza tramite lo sforzo, l’impegno e la ricerca. Il salmone viene considerato lo spirito guardiano dei pozzi, delle fonti, dei laghi, dei torrenti e dei corsi d’acqua in generale in grado di donare il potere di guarigione.

LA SPIRALE

spirale

Simbolo antichissimo che racchiude in sé il concetto di espansione, crescita, sviluppo. Rappresenta il sole nel suo movimento del cielo se a partire dal centro si svolge da sinistra verso destra, ma se il suo moto procede dal centro verso sinistra è connessa all’acqua che scorre e fluisce dal sottosuolo verso la superficie. In questo caso la spirale simboleggia il potere della Terra in quanto Dea della vita, colei che guida le tribù a spostarsi nel territorio. Questa spirale rappresenta anche la strada da seguire per entrare in se stessi e trovare la luce interiore, come indicato sulla pietra di ingresso del tumulo di Newgrange, mentre al contrario è il sentiero che lo spirito deve percorrere per giungere agli dèi celesti. Essenzialmente rappresenta lo scorrere e il fluire dell’energia divina, ben incarnata dai fili intrecciati che formano il corpo dei torques.

LA DOPPIA SPIRALE

doppia spirale

Rappresenta il sorgere e calare del sole in successione stagionale e quindi i due centri delle rispettiva spirali indicano i giorni degli equinozi, le parti più esterne i solstizi. E’ simbolo perciò dell’equilibrio interiore raggiunto nel movimento, di comprensione del ciclo della Vita composto dall’armonizzazione degli opposti (luna/sole, maschile/femminile, caldo/freddo, luce/buio, estate/inverno, andare/venire, nascere/morire, ecc.). Rappresenta il ritmo, la danza, il flusso, il respiro, lo scorrere del tempo, le stagioni. E’ un aiuto per comprendere e amare il percorso di vita.

LA SPADA

spada

E’ il simbolo della Forza, incarnata nella società celtica dalla classe dei Guerrieri. Indica la Volontà, il Potere Interiore che spinge ad agire e che pone l’individuo in contatto con il proprio essere profondo che percorre i sentieri della Vita per realizzare il proprio destino. Rappresenta sia l’autorità e la sovranità sia la raggiunta maturità fisica/emotiva/mentale/spirituale simboleggiata dal Cavaliere Antico e da Artù al momento dell’estrazione della Spada dalla Roccia e dal ricevimento di Excalibur da parte della Dama del Lago.

TORQUE

torque

E’ il simbolo della Libertà, del Valore individuale e dell’Onore. Veniva indossato solo da uomini e donne liberi e dai guerrieri. Rappresenta l’energia spirituale della Vita che scorre nella gola (da cui passa respiro e nutrimento) di chi lo indossa. Indica nobiltà d’animo e capacità d’azione

IL LABIRINTO

labirinto

Il Labirinto non deve venire confuso con il Dedalo. Entrambi seguono percorsi tortuosi, ma nel Labirinto è impossibile perdersi; ha una sola via per raggiungere il Centro e lo stessa serve anche per uscirne; si può vagare e fermarsi, ma mai smarrirsi. Nel Dedalo invece le vie sono molte, con strade chiuse ed è difficile trovare la strada. Nella tradizione celtica è importante il Labirinto che rappresenta il Cammino di Ricerca, la strada che conduce al centro di se stessi e della Conoscenza, lo Spazio Sacro, il Percorso Magico che può far raggiungere e sviluppare grande potere interiore. Il Labirinto è fonte di Magia Sacra che unisce le energie della Terra (l’interiorità dell’uomo) con quelle del Cielo (il cosmo) grazie alla concentrazione, alla danza, al movimento.

LA SPILLA DI TARA

spilla di tara

spilla di tara

Rappresenta la Regalità e la Nobiltà dell’individuo. Tara è il luogo in Irlanda dove avevano preso dimora gli dèi luminosi, i Tùatha De Danann, sede dell’Ard R’, il Re Supremo. Indica la provincia del Mìde, la Quinta, corrispondente all’Energia Spirituale e all’Anima di chi indossa la Spilla di Tara.

LA STELLA

stella

E’ un simbolo druidico molto potente che indica protezione e potere di saggezza attraverso la magia. Indica anche l’individuo in contatto con il proprio lato spirituale e con l’energia divina.

IL CARDO

cardo

E’ il simbolo della Scozia scelto per ricordare un’invasione di Vichinghi Danesi respinta da un gruppo di guerrieri scozzesi svegliati dalle urla di dolore causate da questo fiore spinoso, messi in fuga al grido gaelico “Cha togar m’fhearg gun d“ oladh” (in latino “Nemo me impune lacessit” – “Nessuno mi attacca impunemente” o “Nessuno susciterà la mia collera senza pagare per questo”). E’ quindi simbolo di protezione attenta, di bellezza protetta dalla forza, della potente energia maschile che difende la delicata energia femminile. Ispira coraggio e presenza di spirito nelle prove difficili.

IL FALLO

fallo

L’antica tradizione celtica prevedeva rituali di unione sessuale eseguiti in modo sacro durante la festa di Beltane (1° Maggio, inizio della metà luminosa dell’anno) che portava i bambini a nascere intorno alla festa di Imbolc e all’inizio della primavera. Una cerimonia per celebrare gli antichi riti della fertilità prevedeva l’accoppiamento di un sacerdote, rappresentante del dio e della forza maschile, con una sacerdotessa, portatrice della forza femminile e ambasciatrice della dea e doveva servire come veicolo per manifestare sulla terra le energie creative della nuova stagione luminosa e feconda. Il fallo è simbolo di fecondità, potere manifesto e benessere fisico.