Le Chiese parrocchiali nel territorio di Condove

La fede nel mondo rurale della montagna Condovese era profondamente radicata. Lo testimoniano le chiese e cappelle presenti in quasi tutte le borgate e gli innumerevoli piloni che punteggiano il territorio.

L’arte sacra nelle chiese e cappelle racconta la ricca storia del territorio di Condove, Mocchie e Frassinere: pale d’altare, dipinti, sculture… Non si sa più dove fissare lo sguardo. Questa ricchezza ti aspetta, quindi via alla scoperta delle quattro Chiese parrocchiali di Condove. Non fanno parte di questa raccolta le cappelle religiose trattate in altra parte.

Chiesa di San Pietro in Vincoli a Condove

Il campanile che si erge a sinistra dell’edificio, in posizione staccata dell’attuale chiesa parrocchiale di Condove fu costruito nel 1929 circa trent’anni prima dell’edificio di culto per volere dei coniugi Cosimo e Marina Bertacchi, su progetto dell’arch. Corrado Meano che si ispirò al campanile di San Giorgio a Venezia.

La costruzione della chiesa parrocchiale di Condove, progettata dall’arch. Carlo Siffredi, iniziò nel 1956 e l’edificio fu aperto al culto il 24/08/1959, ma consacrata nell’anno 1966.

Una scalinata porta all’ingresso della chiesa. La facciata, sulla quale si aprono tre portali incorniciati in serpentino, è in laterizio a vista ed ha un profilo a capanna, sottolineato nella parte centrale da un motivo a pseudo protiro, sormontato da stretta fessura luminosa e una croce. L’accesso introduce alla navata centrale attraverso una bussola lignea con soprastante cantoria. Internamente la chiesa si sviluppa secondo un impianto a navata unica con cappelle e nicchie laterali, conclusa da una profonda abside semicircolare. L’area absidale presenta una complessa decorazione ad affresco tripartita verticalmente, opera del pittore Luciano Bartoli. All’interno della chiesa, nel presbiterio, è stato collocato un importante rilievo marmoreo paleocristiano raffigurante due cervi sdraiati sotto un tralcio di vite.

Chiesa di San Saturnino a Mocchie

Non si hanno notizie precise sulla vecchia Chiesa Parrocchiale di San Saturnino di origine romanica che sorgeva accanto al cimitero, sicuramente molto antica visto che già nel 1381 esisteva una Confraternita del Santo Spirito. Nel 1764 la Chiesa subì un collasso statico delle strutture e cessò al culto, dell’antico complesso romanico, resta il campanile, anche se rimaneggiato nel XVII secolo, che mantiene tracce di archetti pensili e in sommità una finestra bifora, situato presso il cimitero, inclinato a causa di uno smottamento del terreno. Le funzioni religiose in attesa della costruzione di una nuova chiesa furono officiate per circa 18 anni nella Cappella di San Rocco.

La nuova Chiesa, secondo quanto asserito dal teologo don Michele Antonio Pettigiani (parroco di Mocchie da novembre 1784 sino a marzo 1791) fu edificata a partire dal 1778 in un luogo diverso da quella più antica e costruita su progetto di Giuseppe Giacinto Morari, allievo del Vittone. Fu benedetta dal prevosto di Condove Andrea Brignone il 24 novembre 1784 e l’11 settembre 1785 consacrata da Monsignor Giuseppe Francesco Maria Ferraris dei Conti di Genola, primo Vescovo di Susa. Si devono a don Gaspare Mercandini, parroco di Mocchie dal 1791 al 1806, i due altari che ancora mancavano e la balaustra per la comunione; sempre a lui si devono i due dipinti sulla facciata della Chiesa rappresentanti San Saturnino vescovo e martire e San Muzio martire. Altre rifiniture di arredo e decorazione degli interni furono effettuate fino all’anno 1860. In una domenica di agosto 2018 un incendio si sviluppò all’interno della Chiesa, forse originato da delle candele accese, causando danni a diversi arredi interni.

La chiesa di San Saturnino è situata nella borgata Villa di Mocchie, l’edificio è impostato secondo un impianto a navata unica, coperta da una successione di volte a botte con unghie, con cappelle laterali, conclusa da un’abside semicircolare. La pareti sono riccamente decorate; impreziosisce l’interno anche la cantoria, delimitata da un parapetto ligneo ornato con raffigurazioni di strumenti musicali. La facciata presenta un profilo a capanna con timpano triangolare ed è scandita da quattro lesene a tutta altezza con capitello ionico, tetto a due falde con copertura in lose su navata e presbiterio.

Vicino al cimitero è ancora esistente il campanile romanico dell’antica chiesa parrocchiale di Mocchie risalente al Trecento. Il campanile è leggermente inclinato a causa del cedimento del terreno sottostante. Il campanile ha pianta quadrata; ha cinque piani con cornici marcapiano ad archetti. Presenta ai piani bassi strette monofore; negli ultimi due vi sono bifore. Le finestre del quarto piano sono in parte chiuse a causa dell’inserimento di un grande orologio.

Chiesa dei Santi Vito, Modesto e Crescenzia a Laietto

Laietto nei tempi antichi era sede di una cappellania e faceva parte della Parrocchia di San Saturnino in Mocchie; fu eretta a Parrocchia nel giugno 1829. I patroni sono i Santi Vito, Modesto e Crescenzia. Il territorio fu scorporato dalla Parrocchia di Mocchie a causa della distanza delle borgate della valle del Sessi dalla Chiesa.

La chiesa esistente era piccola, del tutto insufficiente ad accogliere anche solo parte della popolazione. Con la nomina di Don Rolando a parroco di Laietto iniziò la costruzione della nuova chiesa al posto della preesistente cappella: il rustico venne completato nel 1838 e le rifiniture nel 1845. Don Michele Pettigiani parroco di Condove ma originario del Laietto costruì a sue spese la nuova casa parrocchiale e alla sua morte lasciò una rendita annua in favore della parrocchia.

La chiesa nuova consiste di una navata unica, terminante nell’abside dell’altare maggiore, con due cappelle laterali. La cappella di sinistra è dedicata alla Beata Vergine del Rosario mentre quella di destra a San Giuseppe e Sant’Antonio. Sopra l’altare maggiore un quadro rappresenta il martire San Vito assiso in cielo ai piedi della Beata Vergine Maria, coi Santi Modesto e Crescenzia alle sue spalle e in basso San Carlo Borromeo. Dietro l’altare vi è una mensola con sopra una teca in vetro e legno dorato contenente le reliquie di un San Modesto inserite in una statua.

Attualmente la processione annuale viene effettuata con la statua del patrono San Vito, statua donata da Riccardo Cinato di Laietto prima di partire militare per la seconda guerra mondiale. Il confessionale e il pulpito soprastante vennero costruiti nel 1848 dai fratelli Cinato Battista e Domenico di Novaretto. Presso l’ingresso è sistemato il battistero e tramite una scala si raggiunge la tribuna della cantoria. L’armonium venne acquistato nel 1896.

La facciata ha un finestrone al centro per illuminare l’interno ed è ornata da due meridiane una solare ed una lunare. Al centro della piazza antistante la chiesa esisteva fino agli anni 50 una grande croce in calcestruzzo eretta nell’anno 1927 in sostituzione della precedente di legno. Il campanile venne costruito negli anni 1871-1872 da Col Stefano di Mocchie durante il priorato di Don Giuseppe Vinassa. Le tre campane sono dell’anno 1875.

Chiesa di Santo Stefano Frassinere

La prima data documentata è quella del 1065 in cui si parla della Chiesa di Frassinere nell’atto di donazione di Cuniberto, Vescovo di Torino, che la pose sotto la giurisdizione del Priore di Santa Maria Maggiore in Susa. Della struttura originaria resta, pur se fortemente rimaneggiato, il campanile medioevale del XIII secolo che ha visto fabbricarsi ben tre volte la chiesa: al suo sorgere, la sua ricostruzione tra il 1744 e il 1749, e nel 1862 con le modifiche apportate da Don Borello, per sette anni segretario e cerimoniere di Monsignor Oddone Vescovo di Susa poi parroco a Frassinere, che fece portare il presbiterio e l’abside al posto attuale opposto all’originale perché vi era un atrio sotto cui passavano muli e bestiame.

L’altare maggiore fu collocato nella sua attuale posizione nel 1955. Ristrutturata internamente ed esternamente nel 2018/19 con rifacimento tetto, restauro campanile e delle campane, della facciata della chiesa e della decorazione interna.

La nitida composizione della facciata della chiesa ha un profilo a salienti, con volute laterali di raccordo terminate da cantari decorativi, coronata da un timpano triangolare e impreziosita da quattro lesene e da un bel portale ligneo, sormontato da una finestra mistilinea. La torre campanaria, situata sul lato sud, è l’unica memoria della primitiva costruzione, e ne richiama le caratteristiche con le file di archetti pensili e le finestre bifore in sommità. Internamente l’edificio si sviluppa secondo un impianto a tre navate concluso da un’abside semicircolare. La navata centrale, coperta da una volta a botte con unghie, è separata dalle laterali da pilastri a sezione quadrata con lesene addossate e archi a tutto sesto. Il tetto di copertura è a due falde con manto di copertura in lose su navata e presbiterio, a falda singola sempre in lose sulle navate laterali. Pavimentazione in marmo sul presbiterio, costruita con muratura portante di tipo misto intonacata e tinteggiata esternamente.

Chiesa di San Grato a Maffiotto

La chiesa dedicata a San Grato (in origine cappellanìa di Frassinere) non ha memorie certe per la sua edificazione, è di grandi dimensioni e qualche hanno fa ha visto il rifacimento del tetto. È citata nel 1744 per la prima volta nella visita pastorale del prelato Delle Lanze neo abate di San Giusto di Susa. Nel 1783 la cappella di San Grato fu restaurata e ampliata. Nel 1806 acquisì il titolo di chiesa parrocchiale a seguito del distacco da Frassinere comprendendo le cappelle di San Martino a Grange e Madonna della Neve a Prarotto.

Benché posta alla quota più bassa del nucleo abitativo, emerge visivamente, perché la facciata spicca al termine di una salita erbosa. La facciata, intonacata, segue il profilo a capanna, segnato da lesene angolari e terminato dal timpano triangolare; sulla sinistra si addossa la facciata della cappella, coperta da unico spiovente. Il campanile affianca esternamente l’ultima campata, la sua terminazione “a bulbo” richiama modelli dell’oltralpe tedesco. L’aula di culto si sviluppa secondo un impianto a navata unica su pianta rettangolare, terminata dal presbiterio con abside semicircolare e calotta; la copertura della navata è a botte con unghie, sviluppata su tre campate successive. Una cappella è addossata sul lato sinistro presso la prima campata. In contro facciata è presente una cantoria in muratura sostenuta da due colonne con archi, che occupa parte della prima campata.

Nell’anno 1965 e successivi, con l’intervento di adeguamento liturgico e l’integrazione dell’area presbiteriale, si è realizzata una nuova mensa d’altare mobile anteposta all’altare maggiore esistente.

Gianni Cordola