La valle di Susa è ricca di chiese e santuari in cui, fino a tutto il secolo scorso, si portavano i quadretti votivi realizzati da pittori locali per ringraziare la Madonna od il santo a cui è dedicato il luogo di culto per una grazia ricevuta. Si tratta dei famosi ex voto che, ancora oggi attirano la nostra attenzione per la loro semplicità del messaggio. L’ex voto costituisce il ringraziamento e la testimonianza della protezione ricevuta dal devoto, in un momento di particolare difficoltà della sua vita, attraverso l’intercessione di un personaggio sacro, cui viene offerto in dono. Anche a Condove nel Santuario dedicato alla Madonna degli Angeli al colle del Collombardo c’è una grande collezione di ex voto, che risalgono al periodo compreso dall’Ottocento alla seconda metà del Novecento.
La devozione alla Madonna degli Angeli è ancora oggi ben viva e all’interno del santuario si possono vedere diversi quadretti appesi alle pareti che rievocano momenti di vita quotidiana del passato con i suoi carichi di dolore e disperazione. Sono dipinti semplici e poveri, ma segni visibili della fede, dell’esito felice di una preghiera d’intercessione, di una guarigione, di uno scampato pericolo.
Le scene riprodotte su questi quadretti riguardano generalmente i pericoli derivanti dalla malattia, dagli incidenti sul lavoro od allo scampato pericolo da un fulmine, da una valanga, o alla caduta da una rupe, dai rischi di morte per gli animali della stalla che costituivano il sostentamento principale della famiglia. Vi sono anche quadretti che si rifanno alle due guerre mondiali, al ritorno a casa del soldato, ai bombardamenti aerei e alla sopravvivenza da un lungo periodo di prigionia. Emergono storie commoventi nelle quali le vicende personali si intrecciano con i fatti che hanno caratterizzato la recente storia: calamità, epidemie, malattie, guerre e disgrazie.
Nelle “grazie ricevute” i montanari vedevano la presenza costante del divino nelle vicende quotidiane di ognuno, cercando nei fatti buoni e anche dolorosi, un significato profondo, che andava oltre la semplice rassegnazione alle vicende quotidiane.
Una volta collocato nel santuario, l’ex voto esce dalla sfera squisitamente privata cui è legata la sua realizzazione, per diventare emblema di fede collettiva e testimonianza condivisa della misericordia divina. Se la motivazione alla base dell’ex voto è sempre un sentimento di riconoscenza, molto diversi sono invece le forme e i mezzi espressivi impiegati nella sua realizzazione, legati anche alle possibilità economiche del donatore.
Le classi più abbienti e le comunità spesso sceglievano l’erezione di cappelle o piloni, la decorazione di altari, l’esecuzione di pale d’altare, dipinti di grandi dimensioni o statue. Il dono può sostanziarsi nell’offerta di arredi liturgici, oggetti preziosi per materiale e/o valore affettivo, stoffe pregiate, generi alimentari, somme di denaro, torce o semplici candele votive.
La testimonianza della grazia ricevuta può anche essere demandata a oggetti che hanno costituito un pericolo o una protezione per il fedele, quali stampelle, ingessature, canne di fucili scoppiate e così via ma le forme più universalmente note e riconoscibili degli ex voto sono tuttavia i quadretti dipinti su legno, tela, carta o metallo. Questa tipologia presenta una grande varietà di forme di rappresentazione, dovuta alla scelta da parte di colui che fa eseguire l’ex voto. Si può trattare della semplice effigie dei dispensatori della grazia la Madonna o il santo, oppure di coloro che l’hanno ricevuta, dell’episodio particolare che ha richiesto l’intervento divino, del momento dell’invocazione o del ringraziamento, della parte del corpo malata che è stata risanata.
La raffigurazione dell’evento è sempre molto realistica e dettagliata, affinché la comunicazione risulti immediata ed efficace. Sono sempre evidenti il Santo votivo, il miracolato, il o la richiedente la grazia, la data, la località, un breve testo e la firma del pittore. Il fatto che vi vengano accuratamente descritti gli ambienti domestici, urbani, rurali o naturali dove l’avvenimento si svolge, i sentimenti umani e religiosi, la classe sociale, la professione e i costumi di coloro che vi prendono parte, fa sì che l’ex voto costituisca, oltre che una testimonianza di autentica arte popolare, una preziosa fonte storica documentata di vita quotidiana del passato.
Anche nelle numerose cappelle religiose della montagna di Condove sono presenti alcuni ex voto: qui vediamo un quadro per grazia ricevuta da San Martino nella omonima cappella a lui dedicata nella borgata Camporossetto. Rappresenta uno scenario di guerra del 13 agosto 1918 dove Alopite Costantino (classe 1899) va all’assalto con altri commilitoni di un fortino austriaco mentre dall’alto scagliano bombe a mano e massi.
Anche nella cappella di Santo Stefano alla borgata Sigliodo inferiore ci sono degli ex voto:
Gianni Cordola