Il pilone di Pralesio Superiore di Condove

Sui percorsi e sui passi della nostra montagna, lungo mulattiere e sentieri, nelle borgate o ai margini delle strade, dei ponti, dei crocevia, sono visibili, e oggetto di devozione, quelle piccole costruzioni in pietra chiamate “piloni”. Queste piccole costruzioni costituiscono oggetto di culto e di rassicurazione per il viandante, ma anche un preciso punto di riferimento per individuare un luogo, un confine o altro. Dai piloni emergono figure della nostra fede: dipinti di madonne, del Cristo, oppure di Santi.

Anche la borgata Pralesio Superiore (Praley damoùn in francoprovenzale) di Condove ha il suo pilone con una storia particolare. La borgata con pochi residenti è per lo più popolata solo d’estate, ed il pilone si trova in prossimità delle case lungo la mulattiera che dai Bonaudi scende a Condove ad una altitudine di circa 750 metri. Presumibilmente il nome della borgata deriva da: Prato di … nome ad oggi sconosciuto di una famiglia che la abitava nel passato.

L’origine di questo pilone è antica, fu edificato nell’anno 1740 da Perotto Bernardino, restaurato nel 1830 da ignoti ed in seguito nel 2012 da Perotto Emilio e Perotto Graziano.

Il pilone presentava una scolorita Madonna con bambino al centro ed altre due immagini sacre ai lati, ma andava sempre più sgretolandosi. Con il restauro del 2012 sono state riportate agli antichi splendori le immagini, con una grata in ferro a protezione dell’edicola, con rifacimento della copertura e di buona parte della muratura a vista.

L’inaugurazione del pilone ristrutturato è avvenuta a maggio 2012 con la benedizione di Don Roberto Bertolo parroco di Laietto in un clima di fervore religioso che solo i montanari possono esprimere. Il restaurato pilone è ritornato esempio e testimonianza di un’antica, ma sempre viva devozione popolare.

Il pilone di Pralesio Superiore
La nicchia del pilone di Pralesio

Gianni Cordola