Mocchie (Motse in francoprovenzale, Mòce in piemontese), era fino all’anno 1936 un grande, importante e autonomo comune di montagna ed aveva nella borgata Villa situata a 792 m s.l.m. il suo capoluogo, sede del Municipio, delle Scuole e della principale Chiesa parrocchiale. Di questi tempi citando Mocchie si intende generalmente parlare della borgata Villa. Il comune di Mocchie venne aggregato a Condove l’8 luglio 1936, assieme con la vicina Frassinere, con provvedimento pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 23 giugno 1936. Tale unione avvenne su richiesta dei tre comuni interessati, i quali però ottemperarono in questo modo ad un suggerimento della prefettura. Non furono estranee all’annessione a Condove le difficoltà economiche nelle quali si trovavano al tempo le amministrazioni di Mocchie e di Frassinere, dovute in particolare alle spese sostenute per la costruzione della strada che ancora oggi ne collega i loro territori con il fondovalle. Il comune di Condove era invece a quel tempo più florido grazie alla industrializzazione del territorio di fondovalle e poté accollarsi i debiti delle altre due amministrazioni.
Il paese è collocato sul versante esposto a sud della valle di Susa ed occupa un terrazzo posto in sinistra idrografica della profonda incisione del torrente Gravio. Attorno a Mocchie sono distribuite parecchie borgate. La popolazione di Mocchie fu per lungo tempo più consistente di quella dei vicini centri di Condove, situato nel fondovalle, e di Frassinere, che è anch’esso a mezzacosta sul versante esposto a sud della Val Susa.
Mocchie nel medioevo era sede di una castellania dell’Abbazia di San Giusto di Susa con castello nella località Castellazzo e dipendente con Frassinere e Condove dalla castellania di Caprie. La chiesa parrocchiale dedicata a San Saturnino è stata edificata tra il 1781 e il 1784, di notevole interesse è il campanile romanico presso il cimitero dalla caratteristica inclinazione.
I mocchiesi anziani, parlano la lingua francoprovenzale, comune all’intera zona e più in generale alla Bassa Valle di Susa e valli adiacenti. Accanto alla lingua madre (che i locali chiamano però patois – anche patuà – o semplicemente moda ‘d nos) vengono parlati l’italiano ed il piemontese.

Timbro del Comune di Mocchie in uso sui documenti nel periodo 1800/1814 quando il territorio del ducato si Savoia è stato occupato dai francesi, suddiviso in sei dipartimenti e incorporato nel territorio francese
Carta coi toponimi dei luoghi realizzata da Giovanni Falco nel corso di una ricerca alla Unitre di Condove
Alcune immagini di Mocchie

Villa di Mocchie – Fine anni 20 del secolo scorso – Panorama (non è ancora costruita la strada carrozzabile)