Le masche dei Colombatti

Molte leggende sulla montagna Condovese, hanno la loro origine da eventi verificatesi per cause naturali dove la fantasia popolare mise con un vero diletto il fascino del soprannaturale. Una di queste riguarda le masche dei Colombatti borgata montana alla destra del torrente Gravio nel comune di Condove.

Qualche anziano a leggere queste righe tornerà col pensiero nei giorni lontani, rivedrà come in un sogno la stalla angusta e nera, ove tutti stavano raccolti vicino alle mucche, quando il vento sibilava nelle gole o si udiva il rumore cupo dell’acqua del torrente che precipitava a valle, seduti accanto ai famigliari e vicini di casa mentre ripetevano le leggende che da secoli si raccontano nelle povere case e i fanciulli guardavano con inquietudine nell’ombra o provavano un brivido di spavento.

Si raccontava dell’esistenza di una zona chiamata “Piano di Mocchie” che si trovava anticamente ad occidente della borgata Villa di Mocchie là dove oggi la mulattiera scende precipitosamente verso il torrente Gravio per poi risalire alla Cappella della Madonna delle Grazie e di lì a Frassinere e che occupava la profonda depressione scavata dai torrenti Puta, Ala e Gravio. Lo stesso sarebbe scomparso in seguito a eventi naturali eccezionali (terremoti, alluvioni e franamenti) avvenuti chissà quando.

Ogni borgata in quell’epoca subiva l’influenza delle “masche”: figure ambivalenti, capaci sia di compiere magie benefiche, come la guarigione, sia di causare sventure e calamità, e la loro origine si perde nel tempo, mescolando antiche credenze pagane e cristiane. Rappresentavano un elemento centrale della cultura popolare piemontese, incanalando paure, superstizioni e la necessità di trovare una spiegazione per eventi inspiegabili.

Secondo la leggenda esisteva una accesa rivalità tra le masche della borgata Villa di Mocchie e quelle della borgata Colombatti di Frassinere dovuta alla quota altimetrica delle due località: I Colombatti erano circa duecento metri più alti di Villa e con lo sguardo dominavano il territorio circostante. Questo dava molto fastidio alle masche di Villa che si ritenevano superiori essendo nella borgata più grande e più importante della montagna, e di conseguenza le più giovani masche iniziarono a provocare le avversarie con una rabbia crescente.

Le masche più giovani delle due borgate si fronteggiavano sempre più frequentemente con bisticci, dispetti e danni da ambo le parti. Finché quelle di Villa molto più numerose delle avversarie presero a spingere la montagna sul lato destro del torrente Gravio con l’intento di far franare tutta quella parte, Colombatti compreso. Tutto sembrava andare a favore delle giovani di Villa, chiamate “maschette” dalle masche anziane; quelle dei Colombatti non erano in grado di impedire la distruzione e ogni giorno una porzione di montagna si staccava e scivolava a valle causando una rovina ancora in parte visibile ai giorni nostri.

Gli abitanti erano molto preoccupati e chiesero ai decani del paese come fermare questa guerra fra maschette che piano piano portava al collasso della montagna con pericolo anche per il fondovalle. Dopo lunghe ed estenuanti discussioni una donna anziana, contadina di giorno e probabile masca di notte, però rispettata per le sue conoscenze delle erbe e dei fiori propose il suo rimedio: piantare attorno a tutte le case della borgata la Verbena (barben-a in piemontese e barbeina in franco provenzale) una pianta officinale con dei fiori di diversi colori che la rende molto decorativa. Il fumo provocato bruciando i fiori di verbena aveva il potere di allontanare gli spiriti malvagi e porre fine al disastro che si stava creando.

Così fecero gli abitanti dei Colombatti e dopo poco tempo le masche anziane di Villa chiamarono le loro figlie imponendo loro di smettere di far crollare la montagna perché, indicando il fumo profumato che saliva al cielo dai Colombatti, non avrebbero mai più raggiunto il loro scopo in quanto protette dai fiori di verbena.

Un racconto interessante al quale tanti più non badano o ritengono non serio ma una tradizione passata attraverso parecchi secoli parla tuttora del Piano di Mocchie. Ora, che tale piano sia realmente esistito più o meno regolare e che sia stato deformato, è innegabile, sicuramente non per opera delle masche ma a seguito di catastrofi naturali.

Gianni Cordola

Mappa delle borgate Colombatti e Villa
Verbena
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