Diversi antichi documenti menzionano l’esistenza di una stazione stradale con il nome di Rama tra Brigantium (Briancon) e Eburodunum (Embrun), sulla strada transalpina romana che collegava l’Italia alla Spagna, creata nel II° secolo a.C.
La collocazione di Rama è anche indicata nei vasi di Vicarello: sono quattro bicchieri in argento ritrovati nel 1852 presso la fonte termale delle Aquae Apollinares, a Vicarello, sul lago di Bracciano. Datati al I° secolo d.C., sono di forma cilindrica e portano inciso sulla parte esterna l’itinerario via terra da Gades (Cadice) a Roma lungo 1840 miglia romane (2.723,2 Km itinerarium gaditanum), con l’indicazione della varie stazioni intermedie (mansio) e le relative distanze. Le iscrizioni riportano: EBURODUNUM (Embrun), RAMAM (antica città celtica circondata per anni da un alone di mistero con tante surreali leggende è un insediamento antico, di cui i francesi hanno hanno trovato i resti a La Roche de Rame Champcella), BRIGANTIUM (Briancon), SEGUSIONEM (Susa), OCELUM, TAURINIS (Torino). Il nome di Rama appare anche nel III° secolo, su L’Itinerario di Antonio, scritto durante il regno di Diocleziano (284-305 d.C.), sulla base di una mappa datata intorno al 210.

Rama è un insediamento antico che non è poi diventata città vera e propria di epoca storica, un raro esempio di cittadina antica non evoluta nel tempo simile a quello di Ocelum nella parte Cisalpina della via delle Gallie. Probabilmente era un abitato sparso di più nuclei di modeste dimensioni variamente dislocati in un sito d’altura nel crocevia tra le valli della Durance e della Freissinières , dove cioè le notizie di fonte antica tendono concordemente a collocarlo.
Gli studiosi francesi di storia romana e archeologia esaminando le distanze in miglia tramandate dalle fonti antiche hanno collocato la statio di Rama a Champcella. Questo villaggio si trova sulla riva destra della Durance ed è ricco di storia, con resti di epoca celtico-romana. Distribuito su 14 pittoresche frazioni tra i 1.100 e i 1.400 metri di altitudine su un pendio particolarmente esposto Champcella domina la Durance. È una terra storica, numerose sono le testimonianze che ne testimoniano la vita e il movimento nel corso dei secoli, a partire dalla strada romana.
Archeologi francesi ritengono di aver trovato i resti di Rama a La Roche de Rame (nel comune di Champcella), un sito che è stato scavato attentamente ed è divenuto oggetto di convegni e pubblicazioni. Tutto ebbe inizio nell’estate 2003, la siccità portò alla luce la pianta delle fondamenta di una struttura sotterranea di diversi ettari a Rama. Questo fenomeno straordinario non sfuggì agli archeologi francesi secondo cui si trattava di una “Mansio” di dimensioni impressionanti, una sorta di area di sosta sulla “Via delle Gallie”.
Qualche anno dopo nel 2006 è stato fatto un sondaggio archeologico, alcuni operai con mezzi meccanici scavarono una trincea diagnostica attraverso il sito. Questo ha permesso di ottenere informazioni importanti, su base archeologica riguardo alla presenza di antichi edifici sepolti, e riguardo l’ambiente e la geologia. Il sondaggio ha quindi evidenziato la presenza di un antico corso d’acqua di 25 m di larghezza tra antiche costruzioni e rocce, scoprendo anche due livelli di alluvione. Gli edifici individuati sono senza dubbio solo una parte che doveva trovarsi all’interno di un villaggio o di un agglomerato. Un’occupazione precedente, dalla fine dell’età del bronzo all’inizio dell’età del ferro, cioè da 900 a 600 a.C., è stata messa in evidenza. Quando riportarono alla luce le strutture, si pose il problema del loro consolidamento, della loro protezione, della loro custodia, ecc. Era un’avventura tecnica e finanziaria molto complicata, e la protezione migliore fu quindi lasciare il sito nello stato in cui si trovava e referenziarlo correttamente, proteggendolo come riserva scientifica. Il futuro del sito gallo-romano di Rama sembra quindi segnato anche se gli studiosi sperano ancora che la valorizzazione del sito possa davvero realizzarsi un giorno.
Il sito di Rama è unico e sorprendente: oltre ai resti di epoca celtico-romana è disseminato di rovine di monumenti che hanno segnato il periodo medievale, tra cui i resti del castello appartenuto ai Signori di Rame e distrutto da un’alluvione. Nelle vicinanze si trova la Cappella di San Lorenzo, restaurata nel XIX secolo. All’ingresso del sito si trova la centrale idroelettrica collegata a un’imponente condotta forzata, ancora in uso. Offre un panorama eccezionale sulla Gouffre du Gourfouran, un’attrazione geologica naturale, visibile seguendo i sentieri.
Gianni Cordola
Fonti consultate: Wikipedia l’enciclopedia libera