Penso che tutti conoscano l’antico detto “Quando la Berta filava” o l’espressione più completa “Non sono più i tempi che Berta filava”, che vuol dire “in tempi lontani o finiti”; lo diceva anche mia madre quando voleva indicare una cosa desueta, sorpassata, quasi confinata al limite della leggenda. L’espressione ha origine da leggende e modi di dire che descrivono un’era passata, dove un gesto di grande generosità legato al filato di Berta portò a premi e ricompense.
La leggenda di Berta che fila è un racconto o meglio una leggenda popolare che narra di una povera donna di nome Berta vissuta ai piedi del Roc Maol (Rocciamelone) nel XI secolo. Altra protagonista della leggenda è Berta di Savoia (1051 – 1087), figlia della marchesa Adelaide di Susa (1016 – 1091) e di Oddone nonché prima moglie nel 1066 dell’imperatore Enrico IV, regina consorte dei Romani e Imperatrice romana.
Durante una visita dell’Imperatrice Berta di Savoia alla madre Adelaide, approfittando di una sosta del corteo nel villaggio le si fece innanzi una povera donna, la quale, preso il fuso, già quasi pieno di filo disse: Mia regina, accettalo; è tutto quello che ho di più ricco al mondo. L’atto ingenuo e le parole affettuose della donna, che pure Berta si chiamava, piacquero all’imperatrice, la quale accettò il dono e gentilmente la ringraziò; indi ordinò che a proprie spese fosse concesso a quella povera donna un campo grande quanto il filo avvolto nel fuso fosse in grado di contenere.
La notizia della fortuna di Berta si diffuse rapidamente tra le altre donne non solo nel villaggio ma in tutta la valle, vecchie e fanciulle corsero a gara ad offrirle chi il fuso, chi la rocca e chi il gomitolo; ma l’imperatrice, porgendo a ciascuna una moneta, rifiutava il dono dicendo: “È finito il tempo in cui Berta filava”. Questo detto viene ancora oggi utilizzato per alludere a un passato che non tornerà più, e per indicare che il gesto di generosità era unico e non poteva essere replicato.
Dalla leggenda il detto si è trasformato in un modo di dire per riferirsi a un’epoca passata, in cui le cose erano fatte con sincerità e senza secondi fini. Indica un passato povero senza le comodità che diamo per scontate, ma più sereno, onesto e semplice rispetto alle complessità del presente.
Non possiamo affermare che la povera Berta sia un personaggio realmente esistito o che la leggenda oltre la figura di Berta di Savoia abbia riscontri reali, sappiamo però che il nome Berta ha radici antichissime: deriva dalla parola germanica berht, che significa “brillante”, “illustre”; era un nome molto diffuso nelle culture germaniche e molto in uso nel medioevo.
Gianni Cordola