Significato di “Bogianen”

“Bogianen”, è la somma di “bogia nen” (si pronuncia bugianén) in italiano letteralmente “non ti muovere”, è un soprannome popolare dato ai piemontesi e che si riferisce a un temperamento caparbio, capace di affrontare le difficoltà con fermezza e determinazione spesso confusa con una traduzione letterale che si riferirebbe invece a una presunta passività troppo succube e prudente.

Battaglia dell'Assietta

Battaglia dell’Assietta

L’espressione ebbe origine dalle gesta dei soldati sabaudi durante la battaglia dell’Assietta, un significativo episodio della Guerra di successione austriaca. Non sono in molti a conoscere questa vicenda che ha poi ufficialmente coniato il termine “bogianen”. Era il 19 luglio 1747 ed era in corso la Guerra di successione austriaca che vedeva schierati la Baviera, la Prussia, la Francia e la Spagna contro l’Austria, la Gran Bretagna, l’Olanda e la Savoia. In quell’anno i Francesi e gli Spagnoli decisero di sferrare l’attacco a Carlo Emanuele III. Non riuscendo a sfondare dalla Costa Azzurra, dove gli Spagnoli si fermarono poco dopo Nizza grazie alla resistenza dei piemontesi, i Francesi decisero di tentare passando attraverso la Val di Susa e la Val Chisone. Non a caso Carlo Emanuele III aveva fortificato le due valli rispettivamente con il forte di Exilles e il forte di Fenestrelle. L’unica via di passaggio non fortificata restava il Colle dell’Assietta. In poco tempo Carlo Emanuele III fece erigere piccole opere di difesa sull’Assietta e sul Grand Serin, dove operava il Comandante Generale Conte di Bricherasio, che si rivelarono la chiave di successo della vittoria grazie all’eroica resistenza dei piemontesi. Nel pomeriggio del 19 luglio comincia la battaglia.

Le cronache parlano di una sfida impari che vede i Francesi in forte soprannumero, il che suggerisce al Generale Conte Giovanni Battista Cacherano di Bricherasio, comandante supremo in campo, di far ripiegare le truppe sul Grand Serin, posizione ritenuta più difendibile. L’ordine viene però respinto per ben tre volte dal Comandante del Primo Reggimento Guardie Tenente Colonnello Paolo Novarina Conte di San Sebastiano che conduceva le operazioni sull’Assietta, e sembra accompagni il rifiuto con la frase: “Noiàutri da sì i bogioma nen” (Noi non ci muoviamo da qui). I sergenti dell’esercito piemontese nell’imminenza di subire l’attacco avversario incitano i soldati in prima linea ricordando loro l’eroismo degli avi e ordinando “Bogeve nen, nèh!” (Non muovetevi, eh!). Con il calare della notte si concluse la battaglia, vinta dai Piemontesi: migliaia furono le perdite francesi (circa 5600), contro poche decine di unità dell’esercito piemontese (circa 192). L’eco della vittoria risuonò nei più importanti ambienti militari europei, tanto che il Re di Prussia, nemico in quel frangente del Regno Sardo, commentò così il valore dei soldati sardo-piemontesi: “Se Noi disponessimo di un esercito di tale valore, conquisteremmo l’Europa”.

Al di là della veridicità storica della frase che la tradizione attribuisce dal Conte di San Sebastiano, resta l’atto di coraggio e l’eroismo patriottico dimostrato dalle truppe piemontesi, che veramente hanno meritato l’aggettivo “bogianen” inteso nel suo significato più alto e nobile. Il vocabolo “bogianen” fu subito adottato come soprannome dei soldati piemontesi, e poi della popolazione stessa, assumendo, a poco a poco, l’accezione peggiorativa che si prende gioco di una sua presunta passività, eccessiva prudenza e refrattarietà ai cambiamenti, senza tuttavia disconoscere l’irreprensibilità e la caparbietà con la quale sa affrontare le situazioni difficili.

Gian dij Cordòla (scrit ant ël 2014)

 

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