Le corvée a Laietto

Le corvée (dal lat. tardo corrogata opera richiesta), o le reùide in francoprovenzale, di antica memoria e tradizione, erano quei momenti comunitari, concordati secondo il bisogno, in cui tante persone compiono gratuitamente un determinato lavoro di interesse sociale per la comunità. La popolazione doveva unirsi per compiere determinati lavori: pulizia dei corsi d’acqua, delle strade e lavori in altre strutture comunitarie. La pulizia dei corsi dei canali avveniva in primavera ed era annunciata nel nel piazzale antistante la chiesa dopo le messe domenicali. In occasione dei lavori per la borgata si dava l’ordine di suonare la campana della Chiesa, era l’unico mezzo per radunare gli uomini validi sulla piazzetta e qui ad ognuno veniva assegnato il lavoro da svolgere.

Le corvée, frequenti sino alla prima guerra mondiale, si ripetevano principalmente d’inverno ad ogni caduta di neve per l’apertura delle mulattiere che collegavano le borgate fra di loro. Le strade dovevano essere sempre aperte per ogni imprevisto, come funerali, battesimi, chiamate urgenti del medico condotto e per gli scolari che frequentavano giornalmente le scuole. Le piogge di primavera pur essendo utilissime alla campagna, provocavano però qualche danno alle strade e sentieri: occorreva quindi pulirle e livellarle, rifare l’acciottolato nei punti in cui si era sconnesso, sgombrare i sassi caduti dai muri laterali. Si tagliavano i cespugli e i rami che sporgevano sulle mulattiere, in modo che passando in estate con il fieno, questi non vi rimanesse impigliato, e le “lese” (slitte) vi potessero transitare agevolmente.

Ogni anno una cura particolare era dedicata alla sorgente che fornisce l’acqua alla fontana e a tutti i ruscelli e fossi per l’irrigazione dei campi bisognava pulirli bene dalle foglie e dai rami. Agli uomini erano naturalmente demandati i lavori più pesanti, quali ad esempio la rimozione di massi franati all’interno del ruscello o l’eliminazione di smottamenti di terra, o il taglio di alberi. Le donne, munite di falci, falcetti e rastrelli dovevano pulire il corso del canale dal fogliame secco e dai rami ammucchiatisi durante l’inverno. A questi lavori non vi era assenza da parte di alcuno, tutte le famiglie vi partecipavano con almeno un componente, senza distinzione di sesso, anche le donne erano le benvenute.

Si partiva con tanta voglia di lavorare, perché ognuno sapeva e ne era convinto che ciò che serve agli altri, è utile ad ognuno di noi, e che se si è uniti e ci si aiuta reciprocamente la vita è migliore. La mancata partecipazione di una famiglia alla corvée era tollerata solo per casi gravi in cui quella famiglia si fosse trovata. In caso di grave disgrazia che avesse colpito una famiglia i cui componenti non fossero nella possibilità di rimediare, intervenivano gli altri abitanti della borgata, specie per la raccolta delle derrate agricole, quali la segale ed il fieno, ed anche la legna per il riscaldamento.

Le giornate di corvée erano giornate di duro lavoro, ma si svolgevano con serenità e spirito di collaborazione, memori del detto “l’unione fa la forza”. Le testimonianze degli anziani ricordano questi momenti come estremamente partecipati nel numero e apprezzati dai più che approfittavano della giornata per ritrovarsi, fare affari di compravendita o semplicemente solo per farsi una bicchierata tutti insieme.

Da ricordare le corvée compiute dagli abitanti di Laietto al Santuario del Collombardo con numerosissime giornate di lavoro totalmente gratuito per i vari lavori di ricostruzione della Cappella nel 1869. Monsignor Giuseppe Vinassa (priore di Laietto dal 1865 al 1881) alla domenica dal pulpito indiceva la corvée per il trasporto del materiale, la domenica successiva veniva celebrata al mattino presto una Santa Messa per tutti i partecipanti. Poi tanta gente, uomini donne e ragazzi partiva carica di calce, cemento, mattoni, legname verso il Collombardo. Arrivati al colle ricevevano tutti una grossa pagnotta, agli uomini anche un bicchiere di vino come unica ricompensa.

Le corvée si perpetuano ancora oggi attraverso l’istituto dei consorzi irrigui, interpoderali e di miglioramento fondiario con prestazioni personali previste dal regolamento dell’ente oppure volontarie e gratuite, di manodopera rese dai consorziati in modo meramente occasionale o ricorrente, diventando un momento di aggregazione e occasioni di incontro e di festa.

Anche se la borgata Laietto è solo più abitata da poche persone, alcuni volenterosi si prodigano per mantenere il paese in buone condizioni, e vengono quindi indette tuttora di tanto in tanto delle piccole corvée coinvolgendo residenti e villeggianti.

Gianni Cordola

La corvée
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